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La rete del valore dell’e-commerce e del digital retail in Italia genera ricavi per circa 58,6 miliardi di euro nel 2020

Il ruolo dell’e-commerce nell’economia italiana: la ricerca condotta da The European House - Ambrosetti per Netcomm indaga per la prima volta l’impatto della rete del valore dell’e-commerce sull’occupazione e sulla crescita del fatturato delle aziende del nostro Paese.

La rete del valore dell’e-commerce e del digital retail in Italia genera ricavi per circa 58,6 miliardi di euro nel 2020 

Nel 2019 sono 678mila le imprese che fanno parte di questa rete e oltre 290mila i lavoratori.
Secondo l’analisi, nel 2019 più di un terzo (34%) del totale delle imprese di capitali in Italia è coinvolto nella rete del valore dell’e-commerce e del digital retail, e oltre il 46% del fatturato di questo ecosistema è concentrato nel Nord-Ovest (40% in Lombardia).
 

Milano, 11 novembre 2020 - La rete del valore dell’e-commerce è al terzo posto tra le 99 attività economiche italiane[1] per incidenza sul fatturato del settore privato in Italia nel 2019, con un peso del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Nello stesso anno, inoltre, la rete ha inciso profondamente sulla crescita dell’occupazione delle imprese italiane, con un contributo del 6,7% sul totale, collocandosi, anche in questo caso, al terzo posto tra i settori economici per variazione dell’incidenza sull’occupazione italiana. Il settore legato agli acquisti online in Italia nel 2020 genera un incremento di ricavi per 3,5 miliardi di Euro (+6,3% sul 2019, un trend decisamente più contenuto rispetto al tasso medio del +18% degli ultimi 5 anni). Quasi il 70% degli operatori del segmento, ossia i Merchant (gli operatori che offrono prodotti e servizi) e i Brand owner (distributori di prodotti di marca che hanno attivato strategie e canali di vendita diretta online) e il 60% delle aziende che forniscono servizi alla filiera (business partner) prevedono inoltre di rafforzare la propria forza lavoro per il canale e-commerce nel 2020, andando a incrementare un’occupazione di settore che già lo scorso anno, prima della pandemia, contava oltre 290mila lavoratori nel nostro Paese[2].

Sono tante le opportunità che l’e-commerce e il digital retail possono generare ogni giorno per il nostro Paese, messe in luce dalle evidenze del report presentato da Netcomm, realizzato in collaborazione con The European House - Ambrosetti, intitolato “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce e del digital retail alla crescita e alla trasformazione digitale”.

“L’e-commerce è tra i primi 10 settori in Italia per maggior incremento del valore di fatturato per addetto tra il 2015 e il 2019, nonché uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane. - commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm - Come emerge chiaramente dalla ricerca, stiamo parlando di un settore che, nelle sue molteplici declinazioni, attiva sviluppo e occupazione e coinvolge numerosi ambiti e operatori, tanto nella fase di vendita online, quanto in ulteriori servizi pre e post-vendita a supporto di tutta la filiera. Si tratta di una rete di valore che contribuisce in modo significativo allo sviluppo economico e produttivo del nostro Paese e all’incremento della competitività delle imprese a livello internazionale. Ma per poter continuare a sostenere la crescita di questo settore è necessario colmare il gap rispetto ai principali mercati in Europa, attraverso interventi di sistema che garantiscano uno sviluppo sostenibile delle imprese nel medio-lungo termine, e ancor più alla luce della situazione contingente dettata dall’emergenza da COVID-19.”

La ricerca ha ricostruito, per la prima volta in Italia, il perimetro del settore partendo dai valori di bilancio 2015-2019, evidenziando i dati relativi all’occupazione e alla distribuzione del fatturato a livello regionale. Il perimetro dell’indagine considera tanto gli attori del macro-settore formato da Marketplace, Retailer online (B2C e B2B) e Brand owner, quanto la rete di business partner che "abilitano" il settore del commercio elettronico (servizi integrati per la presenza web, piattaforme pubblicitarie online, attività di customer care, packaging e logistica), secondo relazioni di collaborazione e/o outsourcing.

L’impatto dell’e-commerce sull’occupazione e sul fatturato delle aziende italiane distribuito per regioni. Tra i 290mila italiani occupati nella rete dell’e-commerce e digital retail nel 2019, 154mila lavoratori sono impiegati nel macro-settore delle vendite online (con una crescita annua del 12% tra il 2015 e il 2019) e 136mila nell’aggregato dei servizi a supporto (con un tasso di crescita media del 14,2%). L’e-commerce è stato uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane con una crescita del 19,2%. Le crescite più decisive sono quelle del settore della fabbricazione dei prodotti chimici (+32,8%), del commercio al dettaglio (+18,1%), della fabbricazione di materiali e apparecchiature nca (+17,8%) e della ristorazione (+9,2%). Le imprese della rete del valore dell’e-commerce rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali in Italia (1,9 milioni) e sono equamente distribuite sul territorio. Il 21% è situato in Lombardia, il 16,8% in Lazio, il 9,6% in Campania, il 7,7% in Emilia-Romagna, il 7,6% in Veneto, il 7,0% in Toscana, il 5,4% in Sicilia, il 5,0% in Puglia e il 4,6% in Piemonte. Più del 46% del fatturato di queste è concentrato nel Nord-Ovest. In testa alla classifica troviamo sempre la Lombardia con 22,2 miliardi di Euro (39%), seguita dal Lazio con 5,3, il Veneto con 4,3, l’Emilia-Romagna con 3,8, la Campania 3,7, il Piemonte con 3,3, la Toscana con 2,2, la Sicilia con 1,4 e la Puglia con 1,3 miliardi di Euro.

Macro e microimprese: l’e-commerce e il digital retail generano opportunità e sono orientati verso modelli più sostenibili. Quasi la metà del fatturato delle imprese della rete del valore dell’e-commerce e del digital retail nel 2019 è stato generato da imprese di grandi dimensioni (43,9%), ma anche le PMI e le microimprese hanno visto il loro fatturato aumentare: le piccole imprese contano per il 22,2% del totale, le medie imprese per il 18,8% e le microimprese per il 15,1%.

Secondo i Merchant e i Brand owner intervistati per lo studio, per incrementare maggiormente questi numeri occorrepromuovere un profondo cambiamento culturale – sottolinea Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti – “In particolare, si deveagire sulla digitalizzazione delle imprese se vogliamo aumentare il livello di alfabetizzazione digitale, che in Italia risulta ancora basso: sono circa 11 milioni le persone low-skilled, concentrate nelle fasce d’età più avanzate. Attivare un programma per l’apprendimento permanente (life-long learning) e per upskilling/reskilling degli adulti finalizzati a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze dei lavoratori sul digitale, è la soluzione più funzionale. Attraverso piani formativi aziendali focalizzati sulle opportunità delle nuove tecnologie digitali e programmi di affiancamento di giovani studenti a lavoratori con seniority elevata, si favorirebbe non solo l’apprendimento di quest’ultimi, ma anche l’introduzione dei primi nel mondo del lavoro, portando un beneficio non indifferente alle aziende che potrebbero formare ad un costo inferiore il proprio personale.”

In un mondo in continua trasformazione, l’emergenza sanitaria ha stimolato l’accelerazione dell’evoluzione del retail italiano per quanto riguarda processi, modalità di vendita e comunicazione. Gli store fisici con offerte multicanale hanno infatti guidato una buona parte della crescita delle vendite online da inizio 2020 e, una volta conclusa la pandemia, ci si aspetta che il legame tra store online e fisici si rafforzi ulteriormente. Inoltre, gli operatori, a partire da quelli di maggiori dimensioni, stanno promuovendo una graduale transizione verso modelli di business più sostenibili: per aiutare l’e-commerce a diventare nel medio-lungo termine un settore carbon neutral, vengono ad esempio utilizzati imballaggi in materiali facilmente riciclabili o riutilizzabili (come il cartone) e standard dimensionali per facilitarne il trasporto e ottimizzarne le dimensioni.

L’export digitale in Italia: un fenomeno emergente ma in difficoltà.
Nel 2020, a fronte di una riduzione del turismo, si è verificata una perdita nel commercio da shopping tourism pari a 5,7 miliardi di Euro (il 75% del totale), a causa della forte diminuzione dei turisti stranieri (-58%). Per far fronte al calo dei consumi in corso è necessario sfruttare il canale digitale per promuovere i prodotti Made in Italy nel mondo, riducendo il gap determinato dalla crisi da COVID-19 e creando al contempo una base di interesse per i turisti stranieri che vorranno venire in Italia alla fine della pandemia. Una possibile soluzione è favorire una crescente integrazione dei siti web di promozione turistica dei territori (Comuni, Province, Regioni) e delle produzioni locali tipiche con piattaforme digitali che permettano al visitatore di effettuare l’esperienza di acquisto online.

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Nota metodologica di lavoro adottata per lo studio

La composizione e le caratteristiche della rete del valore dell’e-commerce e del digital retail sul quinquennio 2015-2019 sono state ricavate attraverso: la ricostruzione delle diverse attività grazie all’analisi dei bilanci disponibili sulla banca dati AIDA – Bureau van Dijk per effettuare un confronto con i macro-aggregati economici censiti da Istat; l’approfondimento delle attività e dei sotto-settori dell’e-commerce e del digital retail in Italia, valutandone il valore attuale e la performance e l’analisi della distribuzione dei sotto-settori a livello territoriale.  È stato, inoltre, analizzato il contributo di sistema offerto dal settore al sistema-Paese secondo alcune variabili chiave: incidenza sul totale dell’economia e contributo al suo tasso di crescita; incidenza sul totale dell’occupazione e contributo al suo tasso di crescita; fatturato per addetto.
Per approfondire i cambiamenti intervenuti nello sviluppo e utilizzo del canale online durante e a seguito del lockdown (marzo-maggio 2020) è stata promossa un’indagine ad hoc tra le aziende associate al Consorzio Netcomm e al servizio Ambrosetti Club di The European House - Ambrosetti, tramite una rilevazione condotta online tra l’1 e il 15 ottobre 2020, attraverso 17 quesiti a risposta multipla. 

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Netcomm
Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, è il punto di riferimento in materia di e-commerce e retail digitale nel panorama nazionale e internazionale. Nato nel 2005, riunisce circa 400 aziende composte da società internazionali e piccole-medie realtà di eccellenza. Netcomm promuove lo sviluppo dell’e-commerce e dell’evoluzione digitale delle imprese, generando valore per l’intero sistema economico italiano e per i consumatori. Netcomm è tra i membri fondatori di Ecommerce Europe, l’Associazione Europea del Commercio Elettronico.

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[1] Nel computo dei settori ATECO sono stati esclusi i settori dell’edilizia, dell’energia e dell’estrazione di prodotti petroliferi.

[2] Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti per Consorzio Netcomm su database costruito ad hoc e analisi dei bilanci da AIDA – Bureau van Dijk, 2020.

Uploaded on 11/11/2020

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