Italian Tech Resistance

ITALIAN TECH RESISTANCE: costruiamo l’opposizione a Italian Tech Week

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Giovedì 11 settembre alle 18 | Comala, corso Ferrucci 65 (TO) 

ITALIAN TECH RESISTANCE: costruiamo l’opposizione a Italian Tech Week

Un’altra tecnologia e un altro mondo sono possibili – giovedì 11 settembre al Comala, corso Ferrucci 65, alle 18:00

La nostra città non ha bisogno di “visionari” da idolatrare, ma di ritrovarsi per lottare e restituire parola e sguardo a chi ne è stato esclus3: utent3, lavorator3, cittadin3, comunità marginalizzate

Italian Tech Week celebra il potere del capitale tecnologico. Noi vogliamo aprire uno spazio che pratichi la tecnologia come bene comune, come servizio per le persone, i territori e le comunità

Torino, settembre 2025 - Dall’1 al 3 ottobre le Ogr di Torino ospiteranno la Italian Tech Week, una sedicente passerella dell’innovazione su cui sfileranno i “leader visionari” da cui i giovani dovrebbero trarre ispirazione. In realtà, ITW è la vetrina di un potere tecnologico globale fondato sulla concentrazione della ricchezza, militarizzazione delle infrastrutture digitali e complicità con regimi di sorveglianza, guerra e genocidio. Torino si appresta a ospitare il “futuro della tecnologia”, nella sua versione più dura, che intreccia venture capital, controllo, conflitto armato, estrazione e distruzione di risorse e l’ossessione di superare i limiti biologici dell’essere umano. 

Il nome più altisonante è senza dubbio Jeff Bezos. La sua Amazon Web Services è fornitrice diretta del Dipartimento della Difesa statunitense; la U.S. Space Force ha assegnato 13,7 miliardi di dollari in contratti per lanci di sicurezza nazionale, di cui 2,3 miliardi a Blue Origin, fondata da Bezos in competizione con SpaceX e oggi partner diretto dei programmi militari statunitensi; in Israele, Amazon e Google hanno firmato un contratto da 1,2 miliardi di dollari (Project Nimbus) per fornire infrastrutture cloud e strumenti di intelligenza artificiale al governo, compreso il settore della difesa. 

A dialogare con Bezos sarà John Elkann, azionista di riferimento di Iveco Defence Vehicles, ceduta nel 2025 a Leonardo per 1,7 miliardi di euro: un’operazione che consolida Leonardo nel settore dei veicoli blindati e mostra il ruolo di Exor come snodo

finanziario nella filiera militare italiana. Elkann è anche “informazione”: come presidente di GEDI e membro del CdA di Meta rafforza l’intreccio tra media, piattaforme e venture capital. Una tecnologia che non produce solo strumenti, ma costruisce narrazioni e influenza l’opinione pubblica, incarnata in un noto “capitano d’industria”. Lavorator3 della logistica e dell’automotive sperimentano ogni giorno l’arroganza di questi padroncini: negli stabilimenti Amazon sono sistematicamente repressi i tentativi di sindacalizzazione; operai3 del gruppo Stellantis sono costantemente sotto il ricatto della cassa integrazione e della delocalizzazione. 

Alla ITW parteciperanno anche Sequoia Capital, che con 11 milioni di dollari ha dato l’avvio a Kela (società israeliana di cyber intelligence con radici nell’IDF), a cui si aggiunge un round A da 28 milioni guidato da Lux Capital e con la partecipazione di In-Q-Tel, il braccio venture della CIA. Ci sarà Index Ventures, tra i fondi occidentali più presenti a Tel Aviv: in vent’anni ha riversato circa 500 milioni di dollari in 32 startup israeliane, tra cui Wiz, specializzata in cybersecurity cloud e diventata un colosso globale prima di essere ceduta a Google per 32 miliardi. Accanto a Wiz, ci sono Fireblocks, che fornisce infrastrutture di custodia e trasferimento per asset digitali e criptovalute, oggi adottate anche da banche e istituzioni governative; Adallom, piattaforma di sicurezza acquisita da Microsoft e MyHeritage, servizio di genealogia e analisi del DNA di cui Index Ventures è stato investitore iniziale, che ha trasformato i dati genetici in business ma che nel 2018 è stato travolto da una fuga di dati senza precedenti, con oltre 92 milioni di account compromessi. Sul fronte americano, Andreessen Horowitz porta sul tavolo il suo programma American Dynamism, un progetto ideologico che affonda le radici nel “Techno-Optimist Manifesto”, che celebra la tecnologia come forza salvifica e la difesa come pilastro imprescindibile della civiltà occidentale. Saranno anche presenti Ultima Genomics, attiva nel settore biotech, dove le promesse di sequenziamento massivo e medicina personalizzata toccano le stesse corde della longevità e dell’ingegneria del corpo; Khosla Ventures, con un ampio portafoglio in Israele, investimenti in società di cybersecurity, intelligenza artificiale e fintech; General Catalyst, che ha costruito la propria immagine attorno all’“health assurance”, ovvero la fusione di sanità, dataficazione e assicurazioni attraverso l’investimento in ospedali privati, piattaforme di gestione dei dati sanitari e startup di IA applicata alla medicina. Dietro la retorica del benessere, una sanità privatizzata e algoritmica, che intreccia la raccolta di dati biologici e genetici con le stesse logiche di sorveglianza della cybersecurity. 

Non mancano altri fondi a rafforzare questo ecosistema. 

Eclipse Ventures, per esempio, investe massicciamente in robotica industriale, automazione e supply chain. Un portafoglio che si colloca in settori di chiaro interesse dual-use, ovvero sistemi autonomi di logistica, sensori e piattaforme di automazione che trovano applicazioni tanto nel settore civile quanto in quello militare. Atomico, con le sue startup di intelligenza artificiale, infrastrutture dati e piattaforme di analisi predittiva, alimenta la retorica della smart city quanto quella della sicurezza nazionale. 

Sul palco torinese non ci saranno soltanto i grandi fondi e i colossi del venture capital, ma anche fondatori di startup pienamente integrate nell’ecosistema della difesa Diode Computers (progettazione di circuiti elettronici vitali per l’industria della difesa) o Nominal (fornitore dell’infrastruttura digitale che consente ad aziende come Anduril e

Shield AI di sperimentare e certificare le proprie piattaforme di droni autonomi e sistemi di sorveglianza). 

A tutto questo vogliamo opporre una tre giorni di dibattiti, confronti, talk, workshop e musica live, per dare voce a chi immagina una tecnologia diversa: libera, accessibile, comunitaria. Un laboratorio di immaginazione collettiva, dove la tecnologia torni a essere strumento di emancipazione e non di oppressione. 

Italian Tech Week celebra il potere del capitale tecnologico. Noi vogliamo aprire uno spazio che pratichi la tecnologia come bene comune, come servizio per le persone, i territori e le comunità. Vogliamo dimostrare che un’altra vita e un’altra via, in cui l’innovazione non si misura sul ritorno finanziario o sulla capacità di dominio, ma sulla sua utilità sociale, sulla trasparenza, sull’accesso equo e sulla sostenibilità, sono possibili e praticabili nel presente. La nostra città non ha bisogno di “visionari” da idolatrare, ma di ritrovarsi per lottare e restituire parola e sguardo a chi ne è stato esclus3: utent3, lavorator3, cittadin3, comunità marginalizzate. 

Invitiamo tutt3 l3 rappresentanti delle forze vive che in questa città si oppongono al genocidio, alla devastazione dei territori, al profitto sfrenato e alla messa a valore dei nostri bisogni e dei nostri stessi corpi a incontrarci in assemblea cittadina giovedì 11 settembre al Comala, corso Ferrucci 65, alle 18:00

Uploaded on 11/09/2025

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