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"Sul tema green meno proclami e più fatti!" Greenwashing in Italia, solo il 2% degli italiani si fida completamente delle dichiarazioni dei brand.

La coerenza tra dichiarazioni e azioni da parte delle aziende sul tema della sostenibilità ambientale è uno dei fattori decisivi in fase d’acquisto. I dati della ricerca realizzata da The Fool con la piattaforma Audiense

 

“Sul tema green meno proclami e più fatti!” Greenwashing in Italia, solo il 2% degli italiani si fida completamente delle dichiarazioni dei brand.

  • La discussione sul tema del greenwashing, l’ambientalismo di facciata fatto di sole dichiarazioni è passata nell’arco di 12 mesi da argomento ideologico a tema mainstream, in crescita del 73%
    • Se sarà confermata la tendenza in atto, un numero sempre crescente di persone verrà intercettato dalle discussioni sul tema e maturerà di conseguenza una maggiore sensibilità e sfiducia sull’argomento
  • L’analisi dimostra come il greenwashing oggi sia un rischio ad alto potenziale per le aziende, proprio perché la portata del suo interesse ha travalicato la linea dell’attivismo andando a toccare le corde di una platea molto più ampia

 

Milano, 09 agosto 2022 - Sempre più italiani si interessano del tema “greenwashing”, cioè la corsa alla sostenibilità di facciata che svuota di significato le attività concrete e reali per offrire ai consumatori prodotti davvero green, chiedendo coerenza tra il dichiarato e l’agito. Nell’ultimo anno il tema ha guadagnato sempre più spazio e i volumi delle discussioni online intorno al greenwashing sono aumentati del 73% rispetto al 2021, e come conseguenza solo il 2% degli italiani dichiara di fidarsi completamente di quanto dichiarano i brand circa il loro impegno per ridurre il loro impatto ambientale, inoltre le false dichiarazioni di sostenibilità o di impegni ambientali sono il primo disincentivo all’acquisto di un brand per quasi un italiano su due (48%).
Questi alcuni dati che emergono dalla ricerca realizzata da The Fool utilizzando, insieme a Brandwatch e GWI, la piattaforma Audiense di cui l’azienda è partner e reseller esclusivo in Italia*.

Dai dati emerge che i discorsi sul greenwashing non sono più confinati alle community più attente e attiviste, il tema è infatti diventato mainstream, un cambio di passo che è avvenuto in meno di 12 mesi.

Aziende e istituzioni fanno leva su strategie di comunicazione per apparire più ‘verdi’ di quanto siano effettivamente, in cui attività, prodotti e servizi sono presentati come sostenibili dal punto di vista ambientale e si cerca di nasconderne l’impatto negativo sul pianeta. Così si crea una società divisa, tra aziende a cui va riconosciuto l’impegno sul tema e altre che preferiscono investire su una comunicazione che non viene confermata dalla cruda realtà.

Chi parla oggi di greenwashing in rete in Italia?

A parlare di greenwashing sono soprattutto laureati che abitano in grandi città (Milano, Roma e Torino) e i più interessati appartengono alla fascia 18-24 anni.

Un futuro più verde quindi, ma con giudizio. Non basta colorare le confezioni o ridurre la plastica degli imballaggi. I consumatori sempre più informati cercano una svolta davvero green e quando si accorgono che alle parole non seguono fatti, indirizzano le loro scelte d’acquisto verso altri brand.

Se nel 2021 la discussione online sul tema proveniva prevalentemente da 3 categorie di utenti - individuate a seconda di interessi, followgraph, tratti psicografici e, programmi tv/radio seguiti - ovvero gli Attivisti (21%) già impegnati personalmente su temi “green”, i Cosmopoliti (35%) che seguono con interesse i temi di politica e attualità e i “Green Finance(40%) cioè impiegati o manager interessati al tema dal punto di vista del business - in soli 12 mesi altre due categorie si sono delineate all’interno della discussione.

È anche a causa dello sdoganamento del tema all’interno delle categorie dei “Digitalisti”, ossia coloro che vivono la loro quotidianità online e che non disdegnano l’ibridazione delle proprie passioni con tematiche smaccatamente di marketing e degli “Screen Addicted” che le discussioni hanno fatto segnare un +73% anno su anno, con una “rumorosa” entrata in scena di questi ultimi due nell’arena del dibattito online.

La relazione con i brand e con il loro impegno a livello ambientale

La Corporate Social Responsibility è oggi un tema di grande attualità, in quanto l'influenza che esercita sull'ambiente, sulla società e sulle community influisce in modo significativo sulla reputazione di un'azienda.

C'è un forte desiderio di pratiche aziendali più concrete e trasparenti. I consumatori vogliono che le aziende diano il loro contributo reale alle comunità locali, alla beneficenza, ai loro dipendenti e che influenzino positivamente l'ambiente.

Il lavoro da fare da parte delle aziende è tanto, se si considera che attualmente quasi nessun italiano si fida totalmente dei brand e del loro impegno (il 68% dichiara “poca fiducia” e l’8% addirittura nessuna fiducia, a fronte del 22% che si fida molto e solo il 2% che si fida completamente.
Il greenwashing inoltre risulta la prima motivazione a non acquistare da un brand (48%), addirittura davanti a scarso tracciamento (42%) e mancanza di trasparenza nella supply chain (41%).

 L’analisi e le potenzialità di Audiense

 “Come dimostra l’analisi del fenomeno Greenwahsing in Italia, Audiense permette di realizzare analisi di insight con segmentazioni accuratissime al fine di individuare target di riferimento per qualsiasi tipo di azione, aumentare le performance dei propri messaggi o anche solo correttiva. Grazie a Audiense i nostri clienti potranno migliorare le performance delle loro campagne, delle loro strategie digitali e di comunicazione in virtù della rapida comprensione delle opinioni e delle discussioni online con monitoraggi dedicati e analisi tailor-made” dichiara Salvatore Pugliese, CEO di The Fool

“In Audiense siamo molto felici di iniziare a lavorare anche nel mercato italiano. Questa ricerca è il primo esempio di come la partnership con The Fool possa portare a leggere i cambiamenti di mercato e anticipare i trend attraverso l’analisi dei miliardi di dati che elaboriamo ogni giorno” Luke White - VP of Commercial – Audiense

 

* The Fool e Audiense Ltd hanno siglato una partnership per la rivendita della piattaforma ai clienti italiani. The Fool sarà infatti il principale referente per le aziende e le agenzie che vorranno dotarsi delle soluzioni Audiense è la piattaforma di Audience Intelligence più all'avanguardia al mondo, che aiuta marketer e ricercatori a essere innovativi e a sviluppare strategie rilevanti incentrate sul pubblico attraverso una segmentazione proprietaria dei social consumer, fornendo approfondimenti su chi sono e come coinvolgerli nel modo più rilevante. Con Audiense si possono individuare per ogni target di social consumer , affinità, dati demografici e socioeconomici, definendo segmenti di pubblico altamente personalizzati. Attraverso una profondità d’analisi unica è possibile identificare gli influencer di ciascun target, permettendo di andare a realizzare opportunità di parntership e sponsorizzazioni, analizzando le loro preferenze in termini di media: che programmi segue il mio pubblico? Che giornali legge? Dati che permettono di raggiungere elevati tassi di engagement per trasformare gli insights in azioni a colpo sicuro.

A proposito di The Fool

The Fool nasce nel 2008, evoluzione naturale delle attività di Matteo G.P. Flora, grazie alle infinite possibilità della Data Intelligence. Dal 2008 al 2016 The Fool ha sviluppato un software proprietario in grado di leggere la rete e restituire alert e analisi. Nel 2016 con l’arrivo in azienda del CEO Salvatore Pugliese si attua un importante cambio di passo: molte delle attività potevano infatti essere svolte con software già esistenti, hanno per questo siglato una partneship con Crimson Hexagon, poi confluito in Brandwatch. Hanno quindi smesso di sviluppare prodotti proprietari, diventando vere e proprie “cinture nere” dell’utilizzo dei migliori e più avanzati software sul mercato mondiale. Da azienda di software The Fool è progressivamente diventata una vera e propria società di consulenza di digital strategy in grado di proporre analisi descrittive con livelli di profondità inediti per il mercato.
Oggi l’azienda ha allargato il proprio campo di azione a ogni ambito della reputazione. Il cruscotto di gestione dei dati fornito da The Fool e le attività strategiche non solo forniscono una fotografia della realtà, ma sono in grado di pianificare e programmare le leve in grado di attivare influenzare le decisioni di scelta in ogni ambito della comunicazione. La mission è far comprendere che la reputazione è il vero valore aggiunto, usando i dati per raggiungere obiettivi misurabili.

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Uploaded on 09/08/2022

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