MIA PHOTO FAIR

MOSTRA I Fotograf(i)e che cambiano. Dagli archivi del CSAC dell'Università di Parma

MOSTRA I Fotograf(i)e che cambiano. Dagli archivi del CSAC dell’Università di Parma

a cura del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma

 

L’esposizione, prodotta dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma in occasione di MIA Photo Fair, per l’edizione "Changing". Il cambiamento declinato attraverso la fotografia”, propone un campione minimo dei materiali conservati nella Sezione Fotografia del Centro, tra le stampe donate da cinque importanti fotografe che a Milano hanno documentato e narrato eventi, temi, riflessioni intorno alle lotte sociali degli anni Settanta del Novecento. 

Le fotografie che Anna Candiani, Marzia Malli, Paola Mattioli, Giovanna Nuvoletti, realizzarono in quella stagione avevano il fine di documentare eventi collettivi come le manifestazioni politiche, gli scioperi, le campagne referendarie su divorzio e aborto, da un punto di vista alternativo all’informazione ufficiale. Insieme a questa istanza di controinformazione, erano messi in evidenza i modelli alternativi di esistenza, di confronto interpersonale, un nuovo paesaggio di culture giovanili che imponeva trasformazioni profonde di tutto il tessuto sociale a partire dal rapporto tra personale e politica, dai modelli propriamente antropologici (la famiglia, le relazioni sentimentali, i ruoli di genere) che venivano messi profondamente in discussione. Immagini che implicavano anche una trasformazione del sistema della comunicazione e, in relazione a questo, una estetica peculiare, modelli iconografici particolarmente efficaci che rimasero a rimandare con chiarezza ad una stagione formidabile della nostra storia. 

Queste fotografie, concepite come strumenti di informazione e di trasformazione dei modelli, una volta uscite dall’utilizzo contingente nella forma di pubblicazione sulla stampa antagonista, di  allestimento a lato di performances, di riflessione concettuale sulle trasformazioni in atto, erano state donate dalle fotografe al CSAC, allora guidato da Arturo Carlo Quintavalle, tra la metà degli anni Settanta e la metà degli Ottanta, individuando in quel progetto di conservazione e analisi dell’universo dei media un contesto adatto alla valorizzazione culturale in senso ampio: la conservazione da parte di un ente pubblico della memoria delle immagini e dei punti di vista, in questo caso la messa a fuoco di una prospettiva femminile e femminista tutt’altro che consegnata alla storia.

 

CENTRO STUDI E ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA: PROFILO
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) è un centro di ricerca dell’Università di Parma fondato dal professor Arturo Carlo Quintavalle nel 1968. Fin dai suoi primi anni l’attività è volta alla costituzione di una raccolta di arte, fotografie, disegni di architettura, design, moda e grafica, e all’organizzazione di numerose esposizioni e alla pubblicazione dei cataloghi. 

Dal 2007 ha sede presso l’Abbazia di Valserena, conosciuta anche come “Certosa di Paradigna”, a pochi chilometri da Parma.

È strutturato in cinque sezioni - Arte, Fotografia, Media, Progetto, Spettacolo – nelle quali sono conservati circa 12 milioni di pezzi.

Il suo compito istituzionale è la raccolta, conservazione, catalogazione e promozione del patrimonio culturale. Svolge anche un’attività di consulenza scientifica, di supporto alla didattica, di ricerca e progetta e organizza mostre: al suo attivo ha oltre 100 esposizioni e altrettante pubblicazioni.

Da Maggio 2015 l’Archivio-Museo dello CSAC si presenta come uno spazio multifunzionale, dove le aree del Museo si integrano a quelle già esistenti dell’Archivio e del Centro di Ricerca e Didattica. Una formula che mantiene e potenzia le attività di consulenza e di supporto all’istruzione universitaria, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei.

Caricato il 12/03/2024