Osservatorio BenEssere Felicità

2024: la great resignation non si arresta, Nord-ovest d'Italia il piu' infelice e insoddisfatto

Annunciati i primi dati della quarta ricerca dell’Associazione Ricerca Felicità

2024: la great resignation non si arresta, Nord-ovest d’Italia il più infelice e insoddisfatto

Al 45% degli intervistati piacerebbe avere la possibilità di cambiare azienda o mestiere nei prossimi 12 mesi, ma solo il 3% per lavorare in un ambiente o azienda con un marchio noto. Generazione Z e operai i più infelici del proprio lavoro. Il Nord-ovest è il luogo dell’infelicità

Lo rileva l’Osservatorio BenEssere Felicità alla sua quarta analisi sullo stato di salute della felicità e del benessere dei lavoratori

Milano 20 marzo 2024 - Le grandi dimissioni potrebbero continuare: alla domanda “ti piacerebbe avere la possibilità di cambiare posto di lavoro o lavoro nei prossimi 12 mesi?” solo poco più della metà (55%) ha risposto di no.
Il 24% vorrebbe invece cambiare azienda o posto di lavoro e il 21% vorrebbe cambiare proprio lavoro o mestiere, per un totale del 45% di intervistati.

Generazione Z e operai i più infelici, i meno soddisfatti e i più inclini a cambiare lavoro, con una massiccia concentrazione di queste caratteristiche nel Nord-ovest d’Italia, che vede il risultante 49% voler cambiare lavoro a fronte della media nazionale del 45%.
Queste le prime evidenze emerse dall’ultima ricerca dell'Associazione Ricerca Felicità, che per il quarto anno consecutivo misura lo stato di salute della felicità e del benessere dei lavoratori, sia nella dimensione aziendale sia in quella individuale e sociale.

“Il lavoro ha un ruolo attivo nell'alimentazione della felicità. Non è un'impressione, non è trascurabile, è un fatto. Dalla nostra ricerca emerge chiaramente anche uno scollamento nel percepito dei lavoratori: se è vero per il 76% che il loro lavoro migliora l’azienda, non si registra invece reciprocità in termini di soddisfazione dei bisogni, che per il 35% non sono soddisfatti dal proprio lavoro. Man mano che viene data centralità al lavoratore, lo scollamento si fa ancor più esplicito: per il 41% il lavoro non dà un senso alla vita, per il 47% non aiuta a capire sé stessi” afferma Sandro Formica, VicePresidente e Direttore scientifico dell’Associazione Ricerca Felicità “Questo risulta tanto più evidente per determinati segmenti del campione: per quanto riguarda la felicità per la propria vita, quella per il proprio lavoro, la soddisfazione per il lavoro e l’uso sano e bilanciato della tecnologia il Nord-ovest risulta in tutti i casi più indietro di alcuni punti rispetto alla media nazionale, con un risultante 49% che vorrebbe cambiare lavoro a fronte della media nazionale del 45%. A livello generazionale è la Generazione Z quella più incline a cambiare lavoro, con un 60%, così come i colletti blu, con il 54%.”

Alla domanda “se tu oggi dovessi scegliere un nuovo posto di lavoro, quali aspetti considereresti più importanti?” le risposte vedono al primo posto per i lavoratori e le lavoratrici l’empowerment, che con un 30% contempla le opportunità per la crescita, il contenuto del lavoro, l’autonomia, le aspirazioni e l’attenzione alla salute mentale, sebbene su tutti gli aspetti sia in testa lo stipendio, che confluisce insieme al welfare nella compensation portandone l’incidenza al 24%. Tempo e work-life balance incidono per il 23%, mentre la comunità di lavoro, che contempla le persone, i valori e l’essere apprezzati, per il 20%. Solo il 3% ritiene importante il brand tra i fattori d’attrazione e retention.  

“Ciò che stupisce è che il peso di un brand nella scelta del lavoro vale solo il 3%:
lavorare in un ambiente o azienda con un marchio noto risulta essere l’ultima scelta per i lavoratori e le lavoratrici italiane. Questo dovrebbe far riflettere questi brand, poiché potrebbe confermare che i candidati scelgono in quale azienda vogliono dare il proprio contributo senza farsi "abbagliare" dalle organizzazioni più note, se queste non hanno una cultura aziendale e valoriale a loro affine” afferma Elga Corricelli co-founder dell’Associazione Ricerca Felicità. “Tra gli aspetti che rendono maggiormente soddisfatti spicca il bilanciamento vita-lavoro, e anche in questo caso fa riflettere la posizione del Nord-ovest rispetto alla media nazionale, dove solo il 44%, a fronte del 48% in Italia, ritiene che si faccia un uso sano e bilanciato della tecnologia. Tra gli aspetti che approfondiremo nelle prossime settimane non mancherà infatti il digital wellbeing.” 

L’Osservatorio BenEssere Felicità conferma come il lavoro incida sulla felicità della persona. Alla domanda “Se tu dovessi valutare quanto il tuo lavoro oggi incide sulla tua felicità complessiva, che peso gli daresti?” tra chi ha risposto molto e moltissimo la percentuale è del 51%, solo un 15% ritiene che non abbia impatto, mentre un restante 34% gli dà un peso relativo. Alla domanda “quanto ti senti felice del tuo lavoro?” solo il 10% lo è pienamente.

“Se andiamo a osservare la felicità per il proprio lavoro vediamo le donne leggermente meno felici degli uomini con una media nazionale del 48% del genere femminile contro il 50%. La Generazione Z è quella più infelice del proprio lavoro con il 44%, a salire la Generazione X con il 46%, poi i boomer a un passo dalla pensione con il 50% e i millennial, che con il 55% sembrano i più felici del proprio lavoro. La classe operaia invece è la meno felice con una media del 44%." afferma Elisabetta Dallavalle, Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità.

La ricerca ha coinvolto 1000 persone rappresentative di tutte le generazioni attive, secondo il loro peso fisiologico nel mercato del lavoro (dalla Generazione Z ai Boomer). Il campione nazionale della popolazione attiva, e quindi occupata, aveva un’età dai sedici anni in su ed è stato distribuito sul territorio usando quote per area geografica e dimensione centri, e controllato in fase di assegnazione per quote di sesso ed età.

Le interviste sono state condotte, dal 1 al 7 marzo,  con rilevazione CAWI (Computer  Assisted  Web Interviewing) da sistemi multipli a scelta dell'intervistato. I nominativi invitati per l’indagine provengono dai panel online di R-Dogma e dei suoi partner.

L’analisi dei dati e dei risultati è stata realizzata in partnership con Research Dogma, centro di ricerca e consulenza specializzato sulle tematiche di capitale umano.

Oggi Elisabetta Dallavalle presenta i dati nell'ambito della Settimana del Lavoro, curata da ISMEL.

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Associazione Ricerca Felicità: nasce dall’incontro tra  Sandro Formica, Elga Corricelli ed Elisabetta Dallavalle e mira a voler comprendere lo stato attuale di felicità e benessere nel nostro Paese attraverso un’indagine annuale che, nella prima edizione, ha coinvolto 1314 partecipanti lavoratori divisi a seconda di età (Baby Boomer, Generazione X, Millennial e Generazione Z), sesso e appartenenza territoriale (Nord-ovest, Nord-est, Centro e Sud).

Sandro Formica
Professore e Ricercatore di “Organizzazioni Positive”  presso la Claremont Graduate University.
Sandro è il fondatore della metodologia “Scienza del Sé”, che ha dimostrato di essere in grado di  aumentare felicità e produttività individuale e collettiva. Con oltre 20 anni di esperienza come professore, ricercatore e consulente in comportamento organizzativo positivo e sviluppo del capitale umano, dal 2024 è ricercatore in “Positive Organizational Behavior” presso la Claremont Graduate University, dove conduce ricerche all'avanguardia su felicità, benessere e produttività nel settore dei servizi.

Dal 2019 è direttore del corso internazionale in Chief Happiness Officer (Manager della Felicità) certificato dalla Florida International University e dall’organizzazione WOHASU World Happiness Summit. Ph.D presso la Florida International University, visiting professor di “Strategia Aziendale” alla SDA Bocconi e co-fondatore/coordinatore dell'unità di ricerca dell’Università La Sapienza in “Positive Organizational Behavior and Human Capital” che svolge analisi strategiche degli elementi che contribuiscono al benessere nel mondo del lavoro attraverso un impianto di ricerca multidisciplinare che comprende il marketing, il management, la gestione delle risorse umane, la comunicazione aziendale e i processi organizzativi.
Ha facilitato l’empowerment di 1.200 manager e imprenditori in 4 continenti attraverso metodi, strumenti e strategie basati sulla scienza per sviluppare eccellenze e benessere sostenibile.
La sua missione è mettere gli individui e le organizzazioni nella condizione di raggiungere il loro massimo potenziale e scopo attraverso la felicità e l’apprendimento a partire dal sé.

Elga Corricelli

Elga è HUMAN & SOCIAL SUSTAINABILITY DESIGNER & ADVISOR. Co-Founder del primo barometro italiano Benessere e Felicità nella popolazione attiva. Advisory Board Member per Lifegate Way e Uniting. Co founder di Women In Action programma di sviluppo di mindset imprenditoriale sostenibile. Esperta di strategie di sostenibilità umana e sociale volte a trasformare il contesto professionale per un benessere diffuso, alimentando la produttività del sistema. Consulente di strategie human per creare allineamento e benessere: dalla singola persona sino alla creazione di organizzazioni, ecosistemi, progetti all’insegna della sostenibilità per una evoluzione del bene comune. Accompagna nel cambiamento organizzativo e trasformazionale team e leader, co-crea per le organizzazioni percorsi di sviluppo del capitale umano per un benessere sostenibile. Sviluppa strategie per la creazione di organizzazioni positive. Fortemente concentrata sulle persone e i team studia modelli per rendere i team più efficienti alimentando costantemente il benessere dei singoli individui che lo compongono. L’inclusione delle unicità e la valorizzazione dei talenti sono ingredienti fondamentali della ricetta di crescita innovativa dei gruppi di persone al lavoro. L’allenamento alla flessibilità e lo sviluppo di competenze human, per collaborare in team, crea innovazione sostenibile e rende le organizzazioni attrattive. Un passato di leadership al femminile in diversi ruoli nel mondo dei media. Giornalista, Board Member, C -level e Imprenditrice. Una lunga carriera in aziende internazionali nella Industry della comunicazione da VNU business Press Group (1990) a Dentsu (2017) con una parentesi imprenditoriale di successo in MenCompany (2001-2007). https://www.linkedin.com/in/elgacorricelli/

Elisabetta Dallavalle

Dopo una lunga esperienza maturata all’interno del contesto organizzativo multinazionale, dove, da ultimo, fino al Luglio 2019 è stata Responsabile del Dept. Inclusion & Wellbeing per il Gruppo Nestlé Italia, oggi è Senior Human Capital and Wellbeing Happiness & D&EI Stream Leader di &Forward® , nell’ambito del Wellbeing, Inclusion & Sustainability e della Work-Life Integration, progetta strategie, strumenti/azioni e pratiche per costruire Organizzazioni Positive, sostenere l’equità e l’inclusione delle diversità e il BenEssere delle persone in favore di un Benessere Organizzativo diffuso.
Autrice della pubblicazione “Tutta questione di Benessere”. E’ Consigliera del Consiglio Direttivo AIDP Lombardia, Owner del Lab Wellbeing Diversity & Inclusion. Referente lombarda per i Gruppi Nazionali #AIDPInclusion e #AIDPResponsabilitàSociale e membro del tavolo di lavoro interaziendale “Abilitiamo la disabilità”. Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità e Co-Founder dell’Osservatorio italiano BenEssere e Felicità.

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Uploaded on 19/03/2024