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LA CINA CE LA FARÀ MA DIMOSTRIAMO CHE CI SIAMO

LA CINA CE LA FARÀ MA DIMOSTRIAMO CHE CI SIAMO

Un’analisi degli effetti del Coronavirus sulle strategie di marketing e comunicazione delle aziende cinesi e occidentali a cura di Stefano Generali

Pisa, 25 febbraio 2020 - Quello che sorprende osservando la Cina dal suo interno, è che di fronte a una situazione di grande difficoltà, il Paese sta davvero dimostrando capacità di ripresa e maturità. L’emergenza vede il Governo impegnato a sostenere l’economia e la popolazione unita in un unico grande sforzo che porterà, dopo questo momento di crisi, sicuramente a una ripresa della loro economia. Secondo quanto emerge dalla China Banking and Insurance Regulatory Commission, per rispondere all’emergenza, la Banca Popolare Cinese ha avviato circa 242.9 miliardi di dollari in operazioni di mercato aperto, inserendo liquidità mentre la Commissione Regolatoria Bancaria e Assicurativa cinese, ha espressamente chiesto alle banche e alle compagnie assicurative di aiutare le piccole imprese colpite dall'epidemia di coronavirus.
Il risultato è l’abbassamento, da parte di molte banche, dei tassi di prestito per le piccole e micro imprese in Hubei dove alcune hanno addirittura offerto prestiti speciali o esenzioni sugli interessi scaduti. Il supporto finanziario è stato esteso anche alle imprese in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus portando a oltre 30 miliardi di dollari i prestiti investiti in questi campi.

Le restrittive misure di prevenzione che obbligano i cinesi a restare in casa, hanno portato a un cambiamento del comportamento dei consumatori, che inevitabilmente ha delle conseguenze non solo sui consumi ma anche sulle strategie di marketing e di comunicazione di marchi nazionali e occidentali.
Si stima che le applicazioni che facilitano il coworking online, possano superare i 50 miliardi di yuan nel 2020 di guadagno con Ding Talk e WeChat Work alla guida di questo cambiamento e anche Microsoft ha rapidamente fornito soluzioni e realizzato una sessione informativa, in tempo reale, su come utilizzare i suoi servizi per lavorare o studiare da remoto. I social media, le app e i video sono diventati il principale contatto verso il mondo esterno sia per conoscere gli aggiornamenti del Coronavirus ma anche, per i brand, l’unico modo per cercare di intercettare i potenziali clienti costretti a restare in casa.
Tutte le comunicazioni si sono spostate online: Tesla, ad esempio, coinvolge i suoi prospect con streaming live sull’app Douyin -app specifica per video brevi- e con format a domande e risposte, il marchio di abbigliamento sportivo Lululemon, attraverso la collaborazione di allenatori e ambassador, offre corsi di allenamento e yoga in streaming live e sviluppa opzioni di esercizi da fare a casa, comunicando attraverso app popolari in Cina come WeChat, Weibo e Douyin, NIKE ha condiviso i messaggi di incoraggiamento di famosi atleti sul suo canale WeChat e offerto suggerimenti per l'esercizio in uno spazio chiuso mentre Starbucks, nonostante rassicuri i clienti dimostrando controlli sanitari al personale, incoraggia i clienti a ordinare tramite l'app Starbucks.


La Cina ha bisogno di noi come noi abbiamo bisogno della Cina, mantenere un dialogo vivo tra marchi e popolazione è importante su diversi fronti e il digitale è la più importante finestra sui due mondi. I brand con una visione a lungo termine, e che vogliono trarre un beneficio una volta che la situazione verrà ripristinata, hanno compreso che non è il momento di investire in obiettivi di vendita, consigliabili nel terzo e quarto trimestre, ma di concentrarsi in visibilità.
Anche perché l’ansia di questa emergenza sta riducendo la disponibilità dei consumatori cinesi a spendere e questo causerà una diminuzione dei tassi di conversione, oltre al fatto che la realizzazione di campagne di vendita durante questo periodo di carica emotiva può essere percepita dai clienti come insensibilità e che alcuni canali logistici impiegheranno del tempo per essere completamente ripristinati. Ma è altrettanto vero che durante questo periodo di sedentarietà forzata centinaia di migliaia di utenti trascorrono molto tempo online ed è un buon periodo per l'acquisizione di contatti, essendosi ridotto il costo per follower tramite la pubblicità mentre è aumentato il coinvolgimento e la percentuale di click. Dimostriamo che ci siamo ma con la sensibilità che ci caratterizza, come ha fatto Brunello Cucinelli con la sua “lettera a un amico cinese”.

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Stefano Generali è un professionista nel settore del marketing e della comunicazione, da oltre 10 anni vive a Shanghai dove ha operato nel settore “eCommerce Fashion” ricoprendo i ruoli di Brand Marketing Manager per aziende cinesi e del digital.
Dal 2018 è Managing Director di intarget per la Cina presso gli uffici di Shanghai per sviluppare le attività nel sud-est asiatico.
La filosofia “think global, act local” permette a intarget di vedere in ogni nuovo mercato una nuova opportunità.

intarget:  intarget è il partner per la consulenza strategica nel marketing digitale.
Dal 2001 accompagna imprese nazionali e internazionali nella loro evoluzione verso la piena maturità digitale progettando soluzioni tailored made per la costruzione di strategie di marca efficaci e misurabili.
L’azienda mette a disposizione dei brand un ecosistema di expertise: dallo studio e consulenza per le strategie integrate con un approccio data-driven e misurazione delle campagne, alla protezione, valorizzazione e attivazione del dato fino alla produzione di contenuti creativi. La forte vocazione internazionale l’ha portata ad estendere il suo business nei mercati DACH e APAC, aprendo le sedi di Lugano e Shanghai oltre a quelle italiane di Pisa e di Milano.
Per maggiori informazioni: 
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Marco Ferrario | Francesco Sicchiero | francesco.sicchiero@mirandola.net | +39 366 8759702

Caricato il 25/02/2020

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