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Clubhouse, voce e stupore

Adv e voce, le nuove forme di comunicazione

 

Clubhouse, voce e stupore


 Per trasformarsi in uno strumento per la comunicazione dei brand, è necessario lavorare in modo creativo: creare un contenuto che non avrebbe senso altrove, farne in un luogo di aggregazione, stupore e, infine, il luogo in cui rendere protagonisti i clienti affezionati.


Podcast e Clubhouse: un connubio che può essere vincente


Una riflessione di Raffaella Pierpaoli, Head of social di intarget

Clubhouse è il social network del momento, figlio di una stagione in cui la voce è la grande protagonista: dalle note audio su Whatsapp alle ricerche vocali su Google, dalle conversazioni con Alexa  alla radio e ai podcast. Mi piace paragonarlo ad un istante ben preciso: gli esordi di Twitter. Sono molto curiosa sul futuro di questo nuovo social: spero che la sua freschezza non venga minata dal pericolo di vedere replicate le dinamiche di altri social, in un luogo, che ad oggi, si presenta felicemente diverso.

Ciò che lo rende innovativo e al tempo stesso piacevolmente retrò, è il fatto che l'unico modo per comunicare e interagire su Clubhouse - almeno per il momento - è l'audio, la voce. Possiede l’effetto sorpresa che si provava su Twitter agli inizi potendo seguire chiunque e leggendo i Tweet in ordine cronologico: un po’ di FOMO - fear of missing out - ma nessuna “bolla” con il piacere di gioire di informazioni infinite, in base agli utenti che seguivamo. Ora Clubhouse è così: piacevolmente naif e in grado offrire stimoli e incuriosire.

Clubhouse è un social composto da voci ed è interessante notare come il termine voice in inglese non significa solo voce, ma anche opinione. Su Clubhouse si entra in una stanza, si ascolta, si decide se restare e se intervenire. Il tono delle conversazioni è pacato, il dissenso si esprime con educazione e gli haters sono ancora in panchina.

Come utente, mi piacerebbe che riuscisse a rinunciare all’Algoritmo che presto sceglierà per noi le stanze di nostro interesse, ma questo forse è chiedere troppo. Da professionista credo che per fare in modo che abbia lunga vita, e che possa trasformarsi in un strumento per la comunicazione dei brand, sia necessario lavorare in modo creativo sui contenuti: creare un contenuto che non avrebbe senso altrove, trasformarlo in un luogo di aggregazione e stupore e, infine, il luogo in cui rendere protagonisti i clienti affezionati.

Creare un contenuto che non avrebbe senso altrove
Potrebbe diventare il luogo ideale per commentare gli eventi che accadono live, dove gestire il racconto dell’attesa, il dietro le quinte, o prolungare le emozioni e la durata con i commenti post-evento. Interessante l’esperimento dell’Inter che ha commentato il pre-derby. I brand della moda potrebbero fare lo stesso con le sfilate, commentando le passerelle che sempre più si stanno digitalizzando e democratizzando.

Clubhouse per Appointment Internet
Circa un anno fa sul New York Magazine un articolo parlava del ritorno dell’Appointment Internet descrivendolo come un modo di essere online in cui prendi parte ad attività specifiche in momenti specifici, con piccoli gruppi di amici.
Su Clubhouse, per la caratteristica di rendere intima la conversazione, un brand può aggregare la propria famiglia di seguaci e dare loro contenuti esclusivi.

Potrebbe trattarsi di appuntamenti a sorpresa, introducendo un elemento che è gioco ma anche intimità e stupore. Chi ha qualche anno in più si ricorda gli U2 o Bruce Springsteen che spiazzavano i passanti suonando in metropolitana. I brand possono coinvolgere a sorpresa personaggi noti o influencer, generando per un gruppo di fortunatissimi l’effetto “wow” che permette di parlare più ad azione conclusa che durante

Contenuto e commento
I Podcast stanno vivendo una stagione di grande successo. Mi piace molto pensare di creare un dialogo tra il contenuto Podcast e il contenuto su Clubhouse: nel primo si ascolta, si pensa e su Clubhouse si commenta, in un appuntamento dedicato.

Ora su su Clubhouse tendiamo a cercare chi conosciamo già in altri canali, perché  a parte la Bio e il numero di follower, non abbiamo referenze sull’autorevolezza di chi parla. Se nei podcast il contenuto editoriale è ragionato in questo nuovo social possiamo condividere emozioni, impressioni e pareri, rendendo gli ascoltatori, i clienti o i brand lover, protagonisti.

  

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intarget è il partner per la consulenza strategica nel marketing digitale. Nata a Pisa nel 2001, conta oggi tre ulteriori sedi a Milano, Lugano e Shanghai. Da quasi vent’anni accompagna le imprese nella loro evoluzione e nella continua trasformazione della comunicazione online, costruendo strategie di marca efficaci e misurabili. Grazie ad un team internazionale composto da più di 140 professionisti, intarget supporta brand nazionali e internazionali in un percorso verso la piena maturità digitale, sfruttando al massimo le potenzialità offerte dal marketing digitale e progettando soluzioni tecnologiche innovative per raggiungere gli obiettivi prefissati e incrementare le performance. L'ecosistema si compone di quattro Business Unit integrate: in:target per la consulenza strategica verso i brand su attività cross-media e cross-country atte a coprire l'intero consumer journey.in:tech per la consulenza su temi di implementazione di infrastrutture  tecnologiche e piattaforme avanzate applicate al marketing. in:studios per l'ideazione e la creazione di contenuti video, photography, motion graphics, 3d & postproduction.in:ux per la progettazione della User Experience e del design come driver di performance adeguando le interfacce delle properties digitali ai bisogni delle audience.

 

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Uploaded on 13/03/2021

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