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Le piattaforme SVOD ai tempi del Coronavirus

Le piattaforme SVOD ai tempi del Coronavirus

Commento a cura di Andrea Lamperti, Direttore dell’Osservatorio Internet Media

 

In molte regioni italiane, in particolare al Nord, sono state annullate tutte le occasioni di ritrovo per le precauzioni dovute alla diffusione del virus Covid-19, più noto come Coronavirus. Rimandati, quindi, eventi e meeting lavorativi, ma sono stati chiusi anche cinema, bar, stadi e annullati allenamenti sportivi, riti religiosi, feste e quant’altro. Amuchina e altri detergenti per le mani sono introvabili da giorni. Molte aziende hanno permesso ai propri dipendenti di lavorare in smart working. In questo periodo, insomma, molte persone si trovano più o meno forzatamente “chiuse in casa”.

Come reagisce il mercato dei Media in questo contesto? Molti dicono bene. L’effetto di un “blocco forzato” della vita pubblica è, tra le altre cose, quello di aumentare il tempo e le occasioni a disposizione per fruire ad esempio delle piattaforme SVOD, quali Netflix, Amazon Prime Video, Infinity, tra le più diffuse in Italia.

Questo fenomeno non è però solo un tema italiano. Sono state effettuate alcune ricerche a livello internazionale (qui) che mostrano, infatti, come, nel caso in cui il virus dovesse diffondersi in nuovi paesi e le misure di isolamento venissero adottate in maniera più ampia, questi servizi potrebbero avere un incremento di utilizzo e nuovi abbonamenti.

In realtà i servizi digitali che potranno avere un vantaggio non saranno solo quelli a pagamento e in abbonamento, ma anche quelli gratuiti, supportati da raccolta pubblicitaria. Anzi, forse questi otterranno un beneficio ancora maggiore: se si ritiene che l’emergenza non sarà così prolungata, infatti, l’utente occasionale non valuterà conveniente investire in un abbonamento a medio-lungo periodo, ma si concentrerà sull’utilizzo di contenuti gratuiti per occupare esclusivamente le sue necessità di questo periodo.

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Caricato il 02/03/2020