Festival del giornalismo culturale

Festival del giornalismo culturale, 9a edizione: Divina Cultura. La lingua e la sua difesa, da Dante agli ipersocial. A Urbino, 8-9-10 ottobre.

Festival del giornalismo culturale, 9a edizione
Divina Cultura. La lingua e la sua difesa, da Dante agli ipersocial.

A Urbino, 8-9-10 ottobre

L'incipit da cui partirà il Festival: Fatta l’Italia, bisognava fare l’italiano. Il completamento del processo di unificazione linguistica della nazione si deve all’avvento della radio, e soprattutto della televisione. Già Dante, nel De vulgari eloquentia, aveva progettato l’unificazione linguistica del paese partendo dal presupposto che tutti abbiamo bisogno di esprimerci in una lingua comune: un volgare ideale, illustre, cardinale, aulico e curiale.

Un progetto di unificazione che in parte è rimasto incompleto perché i giornali, ma soprattutto la tv e i nuovi media hanno smesso di svolgere quel ruolo creativo e pedagogico che avevano ai loro esordi. La lingua della comunicazione si è impoverita al punto che difficilmente può aiutare a comprendere la complessità del mondo in cui viviamo. Quell’eloquenza della quale tutti abbiamo bisogno per esprimerci in modo corretto e comprensibile, di cui parla Dante, non l’abbiamo raggiunta.

Cosa può cercare di frenare un declino verso una lingua povera e volgare? Forse lo può e lo deve fare il giornalismo culturale, che ha il compito di diffondere e analizzare i temi più complessi del mondo in cui viviamo. E che può farlo con una lingua che illumini le cose di cui parla.

Il passaggio dal maistream al web e con esso alla attività di socialnetworking ha con molta probabilità ulteriormente modificato la lingua e il linguaggio.

La grande ricchezza, anche semioticamente intesa, della parola ha una sua forza sia che la si usi nel mainstream che nella rete.

Dalle citazioni dotte ai meme, la lingua passa anche attraverso l’immagine e attraverso le tante forme della cultura: dall’arte visiva alla letteratura, dall’economia alla architettura e attraverso tanto altro ancora…

Giornate:

Prima giornata. Dopo la lectio magistralis della scrittrice Stefania Auci, la prima giornata si aprirà con la presentazione dei risultati della ricerca "Come si informano gli italiani", condotta ogni anno dall'Osservatorio News-Italia. Per il 2021 è stata incentrata sulle responsabilità nella difesa della lingua e il suo valore. La direttrice dell'osservatorio, Lella Mazzoli, ne discuterà con Giovanni Boccia Artieri, l'esperto di media Andrea Fagnoni e il giornalista Alessandro Zaccuri. Condurrà il dibattito il presidente del Festival, Piero Dorfles. I dati saranno comunicati all'apertura del Festival, ma appena arriveranno i primi numeri emersi dallo studio li gireremo anche a lei. Poi, nelle cucine di Palazzo Ducale, il giornalista e acuto conoscitore della enogastronomia, del turismo e dell’economia dei territori Carlo Cambi, lo chef Massimo Biagiali e suo figlio Paolo, hotel manager, disquisiranno delle "Parole del cibo", argomento ormai trattato quotidianamente dai media.

Seconda giornata. La seconda giornata comincerà di mattina con un panel incentrato sulle "Parole dell'architettura. In attesa de Il Danteum", un edificio progettato dagli architetti Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri per Roma, ma mai costruito, il cui schema architettonico era basato sulla Divina Commedia di Dante. Ne discuteranno Francesco Erbani, giornalista autore di diverse inchieste sul degrado urbanistico e ambientale, Beatrice Fabbretti, giornalista che ha curato varie campagne stampa in ambito culturale, Fabio Fornasari, tra le altre cose coautore del Museo del Novecento di Milano e cofondatore del Museo Tolomeo – Museo d’innovazione permanente di Bologna, Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, e l'architetto Luca Molinari.

In seguito ci si sposterà dall'architettura alla rete con una riflessione sul linguaggio usato nei social network e come essi, a propria volta, ne abbiano influenzato la trasformazione, nel panel "Le parole dei social". Ne discuteranno Ilaria Barbotti, digital pr, scrittrice ed esperta del connubio social network - marketing, Massimo Birattari, consulente editoriale e traduttore di autori di fama internazionale, i ricercatori Giovanni Boccia Artieri e Fabio Giglietto e il contributing editor di Italian Tech di Repubblica Marco Pratellesi.

Argomento successivo saranno le "Parole degli inserti e delle pagine culturali". Con il linguaggio della radio e della televisione che negli anni è variato molto, anche quando si tratta di cultura, c'è ora da capire cosa sia successo alla carta stampata, dal cambiamento portato dalla rivoluzione digitale, all'evoluzione degli inserti culturali e del loro stile, fino al pubblico a cui ci si rivolge oggi quando si scrive di letteratura, scienza, pittura o persino enogastronomia. C'è il rischio di un uso di concetti e parole da iniziati? Ne parleranno i giornalisti Silvia Bencivelli, medico e divulgatrice scientifica, Stefano Bucci, redattore delle pagine culturali de Il Corriere della Sera e responsabile di due sezioni dell'inserto La Lettura, Beppe Cottafavi, semiologo, editor e responsabile della cultura di Domani, e Marco Vigevani, agente letterario, fondatore e amministratore delegato di The Italian Literary Agency.

In chiusura, si parlerà del connubio tra giornalisti e linguisti, un incontro definito "possibile". Il giornalismo italiano ha sempre fatto molta attenzione alla forma del testo e, se da un lato questo a volte è andato a discapito della nudità dei fatti, della precisione dell'informazione e dell'apertura a un pubblico vasto, dall'altro le pagine culturali italiane sono state un vero laboratorio. Ora, però, c'è da capire a che esigenze rispondano oggi, in che modo e con che linguaggio siano scritte e se siano state modificate dalla rivoluzione digitale. La "letterarietà" della nostra lingua giornalistica ha indebolito la divulgazione? Relatori del panel saranno i giornalisti Annalena Benini, de Il Foglio, Simona Sala, direttrice di Radio 1 e del Giornale Radio Rai, e Filippo Nanni, vicedirettore di Rai News 24, lo scrittore Paolo di Paolo e il linguista Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca.

Terza giornata. A proposito di pubblico vasto, uno degli ambiti in cui gli italiani non sono particolarmente ferrati è quello economico-finanziario. Per questo, in apertura della terza giornata si discuterà delle "Parole dell'economia", per capire se i mass media abbiano colpa per questa carenza d'istruzione, dove si parli di tale argomento, in che modo, con che linguaggio e affidandosi a chi. Soprattutto, quali strumenti abbiamo a disposizione per migliorare l'alfabetizzazione e la consapevolezza? Interverranno Giorgio Calcagnini, magnifico rettore e docente del Dipartimento di Economia, Società, Politica dell'Università di Urbino, Francesco Cancellato, direttore responsabile di Fanpage.it, Alice Chambers, che si occupa di traduzione e comunicazione multilingue per la Banca d'Italia, e il giornalista Dino Pesole, editorialista de Il Sole 24 ore.

Infine, si parlerà delle "Parole della politica". In questo panel si cercherà di capire se siamo riusciti a rompere le dinamiche descritte nel 1959 da Enzo Forcella, maestro del giornalismo politico italiano, che raccontava come "un giornalista politico in Italia può contare su circa 1500 lettori: governo, parlamentari, dirigenti di partito, sindacalisti, alti prelati e qualche industriale che vuol mostrarsi informato". Si analizzerà in che modo si parli oggi di politica, come se ne scriva e se ne discuta e, in particolare, se i media abbiano aiutato il Paese a sviluppare un più acuto spirito critico. Ne dibatteranno i giornalisti Annalisa Cuzzocrea, inviata per la Repubblica, Andrea Montanari, direttore di Rai Radio 3, e Alessandra Sardoni, inviata del Tg La7 e conduttrice della trasmissione Omnibus, assieme allo scrittore Paolo Di Paolo e alla sociolinguista Vera Gheno. In chiusura ci sarà la lectio magistralis "Cancellatura non è censura" di Emilio Isgrò, artista concettuale, poeta, scrittore, drammaturgo e regista.

Lo spettacolo: Nella 9a edizione del Festival debutterà anche uno spettacolo teatrale. Sabato 9, alle 21.30, nel Teatro Sanzio di Urbino andrà in scena "Vocabolario politichese italiano 1946-2021. Un recital allegro e disperato sulle parole della politica", a cura di Paolo Di Paolo, con Piero Dorfles, Simone Francia, Diana Manea e con i direttori del Festival Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini. La scena si aprirà con Dorfles che leggerà Enzo Forcella, poi gli altri giornalisti racconteranno, sempre attraverso delle letture, come il linguaggio e la narrazione della politica in Italia siano cambiati dall'immediato Dopoguerra a oggi.

Gli ambienti del Festival: Anche quest'anno il Festival si svolgerà nei locali messi a disposizione dal Palazzo Ducale di Urbino: il Salone del Trono e le cucine. A essi si aggiungeranno la Biblioteca del duca e l'Aula magna del Rettorato, che invece sarà messa a disposizione dall'Università di Urbino, in occasione degli ultimi appuntamenti della rassegna di eventi collaterali "Festival Off", prima dell'apertura del Festival vero e proprio.

Caricato il 04/10/2021