Università Cattolica del Sacro Cuore

La startup che nutrirà l’Africa

La startup che nutrirà l’Africa

Tra le idee imprenditoriali finaliste di Dr. Start-upper, dell’Università Cattolica quella di André Ndereyimana sbaraglia la concorrenza. Realizzerà in Burundi una catena agroalimentare tramite una rete capillare di produttori familiari rurali e peri-urbani

Milano, 8 aprile 2015 - Si chiama Burundi Smallholders’s Livestock Network, l’idea vincente di Dr. Start-upper 2015, il programma per lo sviluppo di idee imprenditoriali dedicato agli studenti post-graduate, in particolare nei settori umanistico e delle scienze sociali, dell’Università Cattolica. La “pitch session”, si è svolto il 19 marzo a Palazzo Affari ai Giureconsulti di Milano, dove i dieci finalisti hanno presentato i loro progetti davanti alla giuria composta da Federica Ortalli (Camera di Commercio), Roberto Brambilla (Università Cattolica) e Claudio Stefani di Banca Popolare di Milano, nuovo partner finanziario dell’iniziativa. 

I giudici sono rimasti impressionati dalle idee innovative, ma hanno dovuto premiare tre progetti, quelli considerati maggiormente creativi e concreti.

Si distingue da tutte le altre l’idea di André Ndereyimana, 33 anni, originario del Burundi. Il suo progetto, Burundi Smallholders’s livestock network, si propone di costruire una catena agroalimentare specializzata nella produzione, nella trasformazione e nella commercializzazione di alimenti di origine animale, tramite una rete capillare di produttori familiari rurali e peri-urbani. Il tutto partendo dai dintorni di Bujumbura, capitale di uno degli Stati più poveri del mondo. 

«Il nostro obiettivo per il futuro è ridurre le carenze proteiche nella popolazione del mio Paese, quindi la malnutrizione dei bambini, delle mamme allattanti e anche di quelle gravide tramite l’offerta di alimenti trasformati e che rispettino gli standard di qualità nutrizionale, sensoriale e igienico-sanitaria». André racconta che l’idea nasce da un’analisi dei bisogni nel territorio, messa a punto quando era ancora studente. 

Nato in Burundi, dove ha vissuto per 15 anni in guerra, André ha studiato agraria e tecnologie agroalimentari a Viterbo, ha lavorato nella cooperazione internazionale per 3 anni a livello delle Ong locali in Burundi per poi tornare nella città laziale e fare il consulente a distanza. Ora sta portando a termine un Phd nella scuola di dottorato Agrisystem della sede di Piacenza dell’Università Cattolica. Andrè vince 2.000 euro come contributo di avviamento e il supporto della Camera di commercio. 

Al secondo e terzo posto, a pari merito, si sono classificati Federica Nuzzi con Find your beauty e il trio composto da Arianna Roda, Milena Casali e Donato Colangelo con BeLio: le due start up riceveranno 1.000 euro come contributo di avvio e una consulenza da parte della Camera di commercio di Milano.

Find your beauty è una app destinata ai consumatori di prodotti di bellezza. «Ci rivolgiamo direttamente ai brand che hanno intenzione di spendere - spiega Federica, la mente di questa idea, realizzata insieme a Cristian di Lello e Matteo Pessina –.  La nostra app vuole aiutare il consumatore nella ricerca del prodotto perfetto». Find your beauty, permette di digitare le caratteristiche del prodotto che si desidera per ottenere tutte le proposte dei brand in vendita sul mercato italiano corrispondenti ai criteri inseriti e di valutarli in base alle recensioni degli altri utenti.

Niente app, né aggregatori per l’altra start up classificatasi seconda, BeLio. Lo slogan è semplice: “Be natural, drink lio”. Si tratta di succhi di frutta liofilizzata destinati alle cosiddette vending machine. Come spiega Arianna, una dei tre ideatori, il mercato di riferimento è quello della distribuzione automatica, ma non solo: «Proporremo il nostro liofilizzato, totalmente naturale, senza conservanti né coloranti, ai gestori di vending».

 

 

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Caricato il 08/04/2015

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