Iabicus

Clothest* la piattaforma di ecommerce no-profit, di abiti e accessori second-hand del lusso, registra la sua prima “sfilata” in tema smart working

Fashion Week AI 2021 /22

CLOTHEST*
* Vestiti superlativi

In occasione della Fashion Week AI 2021 /22,
Clothest* la piattaforma di ecommerce no-profit, di abiti e accessori second-hand del lusso,
registra la sua prima “sfilata” in tema smart working


Qui il video della prima sfilata di Clothest* in tema smart working 

 

Milano, 25 febbraio 2021 - L’intero mondo del fashion sta sperimentando nuovi modi di mostrarsi, raccontarsi e proporsi grazie a nuovi linguaggi comunicativi ma soprattutto a innovative modalità produttive, sempre più attente al riuso dei materiali e al riciclo, in un’ottica di circolarità e sostenibilità complessiva che va dal filato al prodotto finito. In questo scenario fashionista, si colloca anche Clothest*, piattaforma di ecommerce no-profit di abiti e accessori second-hand di alta moda, con una sua “sfilata” a tema smart working.

“Dentro le nostre case, davanti ad una scrivania, il tempo sembra essersi cristallizzato. Il lockdown e lo smart working hanno cambiato radicalmente la nostra percezione del tempo, ma la moda, si sa, ha reagito in modo innovativo come solo lei può fare. Questo cambiamento non è nient'altro che un segmento che s'intesse all'interno nostro quotidiano.” Racconta Letizia Baldetti, founder di Clothest*. “Da qui è nata l’idea di provare a raccontare questo segmento, creando la nostra prima sfilata in Smart working, in occasione della Milano Fashion Week 2021. La scelta di look trasversali sono racchiusi in una clip, una piccola preview della nuova collezione second-hand."

La sfilata presenta quattro look, dove camicie over maschili, giacche in denim e vestiti da sera appartenenti ai grandi marchi, assumono un’altra identità, esprimendo e potenziando il modo di vestire distaccandosi dalla logica del consumo.

Clothest* nata il 1° dicembre, vede una collaborazione di 17 volontari che partendo da 198 capi donati hanno lavorato alla presentazione di 82 look presenti sul sito. L’ascesa nel mondo del digitale è stata molto rapida, anche frutto di una strategia integrata cha ha portato l’associazione a raggiungere con il profilo Instagram nei primi trenta giorni una copertura di oltre 30.000 account e il sito ad oltre di 11.000 sessioni dall’inizio attività, rendendo evidente l’apprezzamento  di raccontare in modo diverso l’alta moda.

Ed è per questo che l’associazione ha fondato il magazine The Clother*, nato il 5 gennaio e che con soli 5 articoli ha già ottenuto oltre 3 mila visualizzazioni. Una pubblicazione dedicata alle storie più belle che arrivano dal mondo della moda, sempre più impegnata nei nuovi processi di sostenibilità e consapevolezza del proprio agire sul mercato.

“La moda può sostenere la sostenibilità?” si chiede Paolo Iabichino, conosciuto anche come Iabicus, Direttore strategico e creativo del progetto. “Con The Clother* vogliamo raccontare le storie più virtuose provenienti da una delle industrie più effimere e meno essenziali del mondo attraverso la penna di alcuni volontari con il sogno di creare un nuovo modello di consumo per un settore che ha definitivamente bisogno di ribaltare i propri paradigmi.” 

È da poco iniziata la Fashion Week Autunno-Inverno 2021/22 e il calendario vede gli appuntamenti al 100% in digitale a dimostrazione che, ancora una volta, la moda riesce a colpire nel segno adattandosi, rielaborandosi e prestandosi a forme di comunicazione figlie della nostra era calandosi alle attuali esigenze del momento.

***

CLOTHEST*

Clothest* è una realtà che nasce nel 2015 all’interno delle mura della Casa Famiglia Caritas di Montevarchi, dalla volontà di un gruppo di giovani di aiutare le persone accolte nella Casa Famiglia. Don Mauro Frasi, presidente di Clothest*, li definisce “un bel gruppo di 20 giovani che si interessano dei poveri ospitati nella Casa Famiglia Caritas di Montevarchi. Sono una bellissima sorpresa.
Il loro interesse nel mondo della moda è accompagnato dalla volontà di aiutare chi si è trovato in difficoltà. Con la fantasia della carità hanno ideato e generato un progetto innovativo e fecondo, seguendo la strada aperta, anzi spalancata, da Papa Francesco. È un supplemento di anima che ama il prossimo, cerca di venire in soccorso dei poveri e mantiene viva la speranza di chi si ostina a sognare un mondo migliore. Un sogno per credenti e credibile per tutti”.
In poco tempo, il gruppo è diventato un’associazione di volontariato, Francesco The S-Hope, e ha raccolto più di 2400 capi usati in ottimo stato, rivendendoli in temporary shops e su eBay. Negli anni successivi il progetto, guidato da Paolo Iabichino, ha attirato giovani talenti con competenze chiave nella moda e partner professionali in grado di trasformare Francesco The S-Hope in una realtà più importante, quella di Clothest*. L’obiettivo, nel prossimo futuro, è di ampliarne ulteriormente l’impatto sociale, coinvolgendo nel proprio organico anche le stesse persone svantaggiate accolte nella Casa Famiglia a cui vanno i proventi.

Per maggiori informazioni:

Mirandola Comunicazione | www.mirandola.net

Francesco Sicchiero | francesco.sicchiero@mirandola.net | 366 8759702

Rebecca Rossetti | rebecca.rossetti@mirandola.net | 392 0504231

Caricato il 25/02/2021

Condividi

Organizzazione

Settori

  • Cultura
  • Femminile
  • Moda
  • Società