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Logistica Healthcare centrale durante l'emergenza. Più digitale e outsourcing per gestire aumento dei flussi, basse temperature e tracciabilità

COMUNICATO STAMPA

Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”

LOGISTICA HEALTHCARE CENTRALE DURANTE L’EMERGENZA

PIÙ DIGITALE E OUTSOURCING PER GESTIRE AUMENTO DEI FLUSSI, BASSE TEMPERATURE E TRACCIABILITÀ

Durante il picco dell’emergenza +5,5% delle spedizioni e +12,2% del peso dei prodotti movimentati, ma il settore ha garantito continuità di fornitura. Lombardia e Lazio prime regioni di partenza e arrivo dei flussi. Il 46% arriva negli ospedali, il 25% nelle farmacie, l’1% a domicilio

Nel mondo del farmaco le attività logistiche sono esternalizzate in oltre il 90% e dei casi e prevale il modello Strategic Contract Logistics (83%). Nella logistica ospedaliera terziarizzazione ferma all’8%

Con l’emergenza crescono i volumi gestiti a basse temperature e aumenta l’esigenza di tracciabilità dei prodotti, soprattutto nell’ultimo miglio. Si diffondono sperimentazioni con Blockchain e RFID, nuove collaborazioni e packaging innovativi

 

Milano, 19 gennaio 2021 – L’emergenza sanitaria ha evidenziato la centralità della logistica per il settore Healthcare, che nel primo quadrimestre 2020 ha registrato una crescita delle spedizioni (+5,5% rispetto allo stesso periodo del 2019) e del peso dei prodotti gestiti (+12,2%) mentre è calato il numero dei colli gestiti (-1,7%), riuscendo comunque a garantire la continuità di fornitura anche nelle zone rosse.

Crescono i volumi gestiti a temperature più rigide, che, almeno nel breve periodo, saranno ulteriormente spinti dall’esigenza di distribuire i vaccini anti-Covid19. Si registrano, fra 2018 e 2019, un incremento dall’1% al 2% dei prodotti movimentati a temperature sotto lo zero e dal 9% all’11% di quelli gestiti fra 2° e 8°, anche se resta maggioritaria la quota di prodotti distribuita a temperature comprese fra 9° e 25° (85% nel 2019). Il boom dei flussi che arrivano direttamente nelle farmacie dai magazzini dei depositari, pari ormai al 25% del totale, e la nascita negli ultimi due anni della consegna a domicilio dei farmaci, spingono il rafforzamento dell’“ultimo miglio”, l’ultimo tratto della filiera logistica che arriva nelle case dei consumatori finali. La maggior parte dei flussi parte da Lombardia (72%) e Lazio (15,8%), che sono anche le prime destinazioni dei prodotti (rispettivamente ricevono il 20% e il 12%), seguite dalla Campania (8%), in linea con la distribuzione della popolazione sul territorio.

La logistica Healthcare ha cominciato ad attrezzarsi per rispondere a queste sfide già prima dell’emergenza Covid19. Nel comparto del farmaco quasi tutte le attività di trasporto e oltre il 90% delle attività di magazzino erano già terziarizzate, con l’affidamento di tutto il processo logistico a un unico fornitore nell’83% dei casi (Strategic Contract Logistics), mentre nella logistica ospedaliera la terziarizzazione è ancora limitata all’8% dei casi. Per migliorare visibilità e monitoraggio dei prodotti e gestione delle temperature gli operatori stanno puntando su una crescente digitalizzazione della filiera, con sperimentazioni che coinvolgono le tecnologie Blockchain e RFID, e si diffondono soluzioni collaborative per ottimizzare scorte e approvvigionamenti, oltre a materiali innovativi per il packaging.

Sono i risultati dell’indagine sulla logistica nel settore Healthcare realizzata dell'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano*, in collaborazione con Consorzio DAFNE, presentata oggi durante il convegno online "Dall’emergenza all’innovazione: il mondo (ri)scopre la centralità della logistica healthcare!”.

“L’emergenza sanitaria ha portato cambiamenti e sfide significative nel settore Healthcare e la logistica rappresenta un elemento chiave per garantire livelli di servizio e sostenibilità necessari – afferma Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Nonostante l’aumento dei flussi registrati durante il picco dell’emergenza, il settore ha retto e ha saputo garantire continuità di fornitura. La logistica del farmaco, in cui rientra anche la “logistica del vaccino anti-Covid19”, pone ora gli operatori logistici davanti alla necessità di migliorare la tracciabilità dei prodotti, la gestione delle temperature e potenziare l’ultimo miglio e darà un’ulteriore spinta all’innovazione e alla competitività del settore”.

“Dalla ricerca emerge un forte sviluppo della terziarizzazione e della Strategic Contract Logistics nel comparto del farmaco, mentre la logistica ospedaliera presenta ampi margini di miglioramento – afferma Lorenzo Prataviera, Ricercatore Senior dell’Osservatorio Contract Logistics e Responsabile del Tavolo di Lavoro Healthcare -. Si osservano anche una riduzione della densità di valore per alcune categorie di prodotti, mentre i punti di consegna (farmacie) non gestiscono più solo farmaci, e l’innovazione tecnologica e digitale offre sempre maggiori possibilità per tracciare e dare visibilità sui flussi, anche in ambito ospedaliero”.

 

L’andamento del settore prima del Covid19 – La logistica era un settore centrale per il mondo Healthcare e in crescita già prima dell’emergenza. Nel 2019 le spedizioni erano aumentate del 5,5% rispetto al 2018 ed erano stati gestiti oltre 240 milioni di kg, in crescita del 7,7% rispetto al 2018, mentre era calato il numero di colli gestiti (-2,4%), segno di una maggiore frammentazione della distribuzione.

 

La geografia dei flussi logistici – La Lombardia è il punto di origine per oltre due terzi dei flussi (72%), seguita dalla regione Lazio (15,8%). Questa concentrazione si deve alla presenza nella maggior parte delle aziende farmaceutiche di modelli distributivi caratterizzati dalla coesistenza di due centri distributivi, localizzati prevalentemente in Lombardia e Lazio, per servire le regioni settentrionali e quelle centro-meridionali. Lombardia e Lazio sono anche le prime destinazioni dei flussi logistici, ricevono rispettivamente il 20% e il 12% dei prodotti, seguite da Campania, Emilia Romagna e Veneto con percentuali comprese fra il 7% e l’8%. Chiudono Basilicata, Molise e Valle d’Aosta con percentuali marginali.

 

La distribuzione dei flussi per canale – I flussi logistici diretti verso gli ospedali sono quasi la metà del totale (46%), un quarto raggiunge direttamente le farmacie dai magazzini dei depositari (25%), in forte crescita negli ultimi anni, il 28% arriva ai grossisti, mentre la consegna a domicilio inizia ad assumere una rilevanza non trascurabile (1%).

 

Le temperature dei prodotti movimentati – La maggior parte dei flussi viene gestita a una temperatura inferiore a 25° (l’85% nel 2019, -2% rispetto al 2018), ma sono in crescita i volumi gestiti a temperature più basse. È raddoppiata la percentuale di prodotti movimentati a temperature sotto lo zero (dall’1% al 2%) ed è passata dal 9% all’11% la quota di quelli gestiti fra 2° 8°, il 2% dei flussi viene distribuito sopra i 25°. Il canale ospedaliero si sta differenziando sempre di più dal canale delle farmacie perché riceve prodotti di maggior valore e a temperature più basse (2°- 8°o sotto zero), mentre alle farmacie arrivano in quota sempre più rilevante prodotti diversi dai farmaci (ad esempio alimenti per l’infanzia, integratori e cosmesi). Le condizioni di trasporto e stoccaggio che richiedono le farmacie non sono adatte per il canale ospedaliero.

 

 

Ufficio stampa School of Management Politecnico di Milano: d’I comunicazione

Marco Puelli, email mp@dicomunicazione.it, mobile 320 1144691

Piero Orlando, email po@dicomunicazione.it, mobile 335 1753472

Caricato il 19/01/2021

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