Temporary Management & Capital Advisors

Crisi post COVID-19 e PMI: il temporary management "chiama" le banche

Gli scenari previsti per le PMI nel futuro prossimo sono a dir poco allarmanti e impressionanti.

Sia l’ultimo rapporto di Confindustria su “LE PREVISIONI PER L’ITALIA. QUALI CONDIZIONI PER LA TENUTA ED IL RILANCIO DELL’ECONOMIA?”, sia il rapporto Cerved “Nessuna impresa deve fallire per il COVID-19” lanciano un serio allarme circa l’allargamento delle imprese a rischio default.

In sintesi si prevede un generalizzato spostamento verso il basso del merito di di credito,  che finirebbe per coinvolgere aziende che pure oggi hanno  rating oggi non critici (es. B. BB e BBB): secondo l’analisi CERVED, se prima del COVID oltre  la metà delle società si collocava nelle aree di sicurezza (11%) o di solvibilità (42,5%), con il 31,7%  e 14,6% nelle aree di ‘vulnerabilità’ e di rischio, il dopo-COVID vede quelle rischiose salire al 21% e quelle vulnerabili al 38%. Il tutto in uno scenario a impatto moderato, definito soft. In quello estremo, le imprese solvibili crollerebbero al 26% e quelle in sicurezza al 2.7%!

Evidente la rilevanza dell’impatto sistemico su un mondo bancario che vedrebbe fortemente alterato in senso negativo il proprio portafoglio.

Le banche si troverebbero in prima linea, non solo perché tra i primi ad intercettare lo stato di difficoltà di un’azienda, ma anche perché si troverebbero nella scomoda posizione di “azionista forzoso” più che di stakeholder rilevante. Ci sarebbe quindi un forte interesse al recupero delle PMI: recupero che in situazioni  di crisi  e di special situation più in generale, richiede la compresenza di forti e specifiche competenze di natura manageriale, spesso di tipo temporary.Creare un rapporto virtuoso tra queste due entità diventa quindi essenziale, anche approfittando del fatto che lo stato di emergenza potrebbe semplificare l’adozione di processi  facilitanti con tutte le implicazioni normative del caso.

Il tema è stato oggetto di una recente tavola rotonda promossa da Adnkronos e Labitalia con alcune tra le più note società italiane di temporary management (nel seguito TM): CDI, Contract Manager, EIM, Studio Temporary Manager, Temporary Management & Capital Advisors, TIM.

Le società di TM, i cosiddetti provider,  auspicano un maggiore coinvolgimento nelle fasi di prevenzione e anticipazione delle crisi, principio che ha ispirato tutta la più recente normativa. Basta rileggere alcuni passi del nuovo Codice della Crisi D’Impresa (Dlgs 14/19), entrato in vigore all’inizio dello scorso anno, laddove obbliga l’impresa “ad istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa”, nonché ad “attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi”. Lo spirito della nuova normativa considera il tema della crisi non come attività one shot, bensì come un processo continuo di vigilanza per la cui implementazione e avvio figure temporary possono risultare di grande efficacia.

Il dettaglio degli interventi è disponibile al link SINTESI ADNKRONOS FORTUNE ITALIA

A valle della tavola rotonda, Adnkronos ha ripreso e espanso il tema della bancabilità del temporary management, emerso nel corso della discussione   INTERVISTA ADNKRONOS FORTUNE ITALIA - BANCABILITA' TM

 

 

Caricato il 21/05/2020

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