Alessandro Nardone

Trump e fake news, il dibattito a Milano

Milano – È stato un dibattito dai ritmi serratissimi, quello che si è svolto ieri sera all'Open Milano per la presentazione di “Io, Alex e Trump” il libro con cui Alessandro Nardone - che mercoledì partirà per Washington, dove seguirà l'Inauguration Day di Trump per Vanity Fair – racconta la campagna elettorale che ha portato alla vittoria del magnate newyorkese, che ha vissuto direttamente prima come candidato fake alla nomination repubblicana e, poi, in veste di inviato di Vanity Fair alla convention repubblicana di Cleveland e a tutti i principali appuntamenti di Trump e Hillary Clinton tra New York, Philadelphia e Washington.

Moderato da Francesco Oggiano (Vanity Fair), che ha definito la storia di Alex «troppo bella per essere completamente falsa», l'incontro è partito con la proiezione del teaser del videoreportage realizzato da Nardone negli Stati Uniti, per poi entrare nel vivo addentrandosi subito nella strettissima attualità delle fake news: «Alex Anderson era certamente un candidato fake – spiega Nardone - ma è stato percepito come reale da migliaia di followers e anche da alcuni addetti ai lavori grazie alla qualità dei contenuti a all'orizzontalità della sua comunicazione: lui rispondeva a tutti, i candidati veri no. Fatte le dovute proporzioni, con il medesimo approccio Trump ha bypassato i media mainstream diventando egli stesso il media».

Il mental coach Francesco Fabiano (PoliticManager.com), si è invece occupato delle doti comunicative di Trump e delle mancanze di Hillary Clinton, affermando che «mentre Trump, con la sua fisicità importante e con la sua mimica infondeva una certa sicurezza, Hillary dava l'impressione di salire in cattedra, ponendosi su un altro livello rispetto agli elettori, con i quali non è mai stata in grado di creare un rapporto minimamente empatico. Trump, invece, anche grazie alla sua mascolinità ha incarnato una figura che potremmo definire paterna».

Anche Luca Rigoni (TgCom24) ha affrontato da vicino il tema delle fake news, e del ruolo dell'informazione tradizionale che, a suo parere, è «costretta a sacrificare la qualità per poter stare su un mercato che da anni, ormai, viaggia alla velocità di internet», quanto al presidente eletto Trump, secondo Rigoni «i rumors americani dicono che una parte consistente dei media mainstream faranno in modo di mettere sempre più carne al fuoco affinché, un giorno, si possa arrivare addirittura all'impeachment».

Il dibattito si è poi concluso con alcuni interventi del pubblico e con la proiezione del booktrailer di “Io, Alex e Trump”.

Caricato il 13/01/2017

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