Scorza Guido

Scorza Guido

Affari Regolamentari nazionali ed europei del Team per la Trasformazione Digitale

Mi sono laureato in Giurisprudenza nel 1996, alla LUISS con una tesi sulla tutela giuridica del software e ho poi conseguito un dottorato di ricerca in informatica giuridica e diritto dell’informatica presso l’Università degli Studi di Bologna.

Mi occupo di diritto delle nuove tecnologie da vent’anni e lo faccio da avvocato, da docente universitario e da giornalista, studiando, applicando e raccontando le regole e le politiche dell’innovazione in ambito nazionale ed europeo.

Ho scritto qualche libro e dell’ultimo “Internet, i nostri diritti” (Laterza editori, con Anna Masera), Diego è stato, probabilmente, il primo lettore in digitale.

Dopo quasi quindici anni passati ad occuparmi di diritto civile, ho scelto di seguire, a tempo pieno, ciò che mi piace di più e ho fondato, in compagnia di alcuni bravissimi amici e colleghi, E-Lex, uno studio legale specializzato in diritto delle nuove tecnologie.

Ho chiesto loro di avere un po’ di pazienza durante questa mia nuova avventura perché sarò meno presente del solito e perché non mi occuperò di questioni connesse alle attività del Team Digitale.

Dal 2002 insegno diritto delle nuove tecnologie presso il Master di Informatica giuridica e Diritto delle nuove tecnologie dell’Università di Bologna e da qualche anno presso quello di Digital Journalism della Pontificia Università Lateranense.

Da diversi anni collaboro, talvolta nella colonna dei blogger, talvolta in quella dell’attualità e della politica per alcuni quotidiani e periodici online e di carta, (tra cui La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e l’Espresso), e per molte testate online specializzate in Internet e dintorni.

È stato Paolo Barberis, Consigliere per l’Innovazione del Presidente del Consiglio a presentarmi Diego Piacentini in occasione di una delle sue prime visite a Palazzo Chigi.

Non credo che Diego, prima di quell’incontro, fosse convinto dell’idea di avere, in una squadra piena zeppa di eccellenze tecnologiche, un avvocato.

Probabilmente, però, se son qui, significa che ci siamo piaciuti e abbiamo condiviso l’idea che per costruire il sistema operativo e cambiare l’[inter]faccia del Paese sarà necessario anche cambiare il modo di comprendere e scrivere le regole della governance dell’innovazione.

Coincidenze e circostanze fortuite, in questa occasione, mi hanno premiato e ne sono felice ma sono al tempo stesso consapevole che avrò bisogno di un confronto franco e continuo con la comunità di riferimento, straordinariamente ricca di talenti ed eccellenze.

Curioso di natura, appassionato di tecnologia e innovazione - sono stato indeciso fino all’ultimo tra iscrivermi a giurisprudenza o ingegneria e alla fine avevo scelto di fare il giornalista [ma poi il destino ha fatto il resto!] - adoro studiare, capire, leggere e scrivere.

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