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Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano

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COMUNICATO STAMPA

 

PMI italiane al bivio dell’innovazione: il 26% ha aumentato gli investimenti nel digitale, ma ancora troppe (51%) non svolgono attività per potenziare le competenze digitali

 

Poco meno della metà delle PMI italiane sono digitalmente mature, il 9% in maniera avanzata. Il 16% delle piccole e medie imprese è ancora “scettico” verso i benefici e le opportunità della transizione digitale

 

Cresce l’attenzione per la cybersecurity ma con forte divario tra PMI che adottano solo soluzioni di base (96%) e soluzioni avanzate (28%).

 

Le oltre 11mila PMI della filiera meccanica e meccatronica rappresentano più della metà (59%) dei ricavi di filiera; la filiera dei veicoli a motore su gomma e servizi connessi è composta da quasi 6mila PMI attive che generano il 36% di ricavi; nella filiera Architecture, Engineering and Construction, circa 25mila PMI contribuiscono a più di un terzo del fatturato complessivo.

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Milano, 15 giugno 2023 - Nonostante la coda lunga della pandemia e lo scoppio di nuove crisi internazionali, le PMI italiane confermano di aver saputo reagire alle crisi esterne. Solo il 14% di PMI ha dichiarato di non essere stato in grado di introdurre azioni per affrontare le difficoltà riscontrate in seguito all’aumento dei costi dell’energia, e solo il 10% non ha avuto strumenti per rispondere alle difficoltà di fornitura. Nel corso del 2022, il 26% delle PMI italiane ha aumentato gli investimenti in digitale rispetto all’anno precedente ma rimane un forte divario culturale, con il 35% delle realtà che stenta a riconoscere alla digitalizzazione un ruolo centrale all’interno del settore economico di riferimento.

Questi alcuni dei dati presentati oggi dall'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Le PMI verso la maturità digitale: la bussola è nell’ecosistema”.

Le PMI italiane: un panorama eterogeneo

“Le piccole e medie imprese italiane costituiscono circa il 5% delle imprese attive nel Paese e si caratterizzano per un’elevata eterogeneità, per esempio in termini di struttura, attività, organizzazione, visione strategica. Questo si riflette in differenze di performance, ma anche di approccio all’innovazione e, in particolare, alla trasformazione digitale” dichiara Paolo Ghezzi, Direttore Generale di Infocamere.

Con il duplice scopo di quantificare il peso delle PMI nelle filiere produttive e di indagare il ruolo del digitale nelle relazioni di filiera, l’Osservatorio, nell’ambito di una collaborazione con InfoCamere, ha individuato e mappato quest’anno altre tre filiere particolarmente rilevanti per il Made in Italy: AEC (Architecture, Engineering and Construction), meccanica e meccatronica, veicoli a motore su gomma e servizi connessi.

Le PMI di meccanica e meccatronica, rappresentano più della metà (59%) dei ricavi di filiera, così come degli addetti (62%) attraverso 12mila PMI attive (ovvero il 19% del totale). La filiera dei veicoli a motore su gomma e servizi connessi è composta da 5.500 PMI attive (5% del totale) che rappresentano 29% degli addetti, generando il 36% di ricavi. Segue, infine, l’AEC, con oltre 26mila imprese attive (3% dell’intero settore) e il 33% sia di ricavi che di addetti impiegati.

Il livello di digitalizzazione delle PMI italiane

“L’Osservatorio ha individuato 4 profili di maturità digitale sulla base di 3 variabili rappresentative dell’approccio delle PMI alla digitalizzazione: cultura digitale, trasformazione digitale dei processi, collaborazione con attori esterni” dichiara Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio innovazione Digitale nelle PMI. “La minoranza delle PMI presenta un profilo convinto (36%) o avanzato (9%). Di conseguenza, poco più della metà delle PMI (55%) mostra un atteggiamento timido (39%) o addirittura scettico (16%) nei confronti della trasformazione digitale, mancando soprattutto di un approccio olistico e di una visione strategica di lungo termine. Non si può trascurare, però, che nell’ultimo anno la crisi energetica e la necessità di far fronte a situazioni contingenti abbiano temporaneamente rallentato il percorso di digitalizzazione di alcune realtà”.

Sul fronte della cultura, il 43% di PMI dichiara oggi di essere “avanti nel processo di digitalizzazione” o di “puntare sempre di più sul digitale”, mentre il 35% stenta a riconoscere alla digitalizzazione un ruolo centrale all’interno del loro settore economico di riferimento, segno di una mancata consapevolezza delle opportunità offerte dalla trasformazione digitale. Mancata consapevolezza che deriva anche da un ridotto investimento in cultura digitale: ancora troppe imprese (51%) non svolgono attività in azienda per sviluppare e potenziare le competenze digitali; ancora più allarmante che solo l’8% punti a integrare nell’organico figure con precise competenze digitali (STEM – Science, technology, engineering, mathematics e/o alta formazione). Il divario che si riscontra sul fronte della cultura digitale ha ripercussioni dirette sulla digitalizzazione dei processi: attività che spesso, seppur avviata, viene portata avanti con strumenti non avanzati.

Per quanto riguarda la digitalizzazione dei processi, la raccolta e l’analisi dei dati in fabbrica e nel magazzino, per quanto largamente diffuse, si appoggiano a strumenti poco evoluti.

Nell’ambito della digitalizzazione dei processi di supporto, le attività di marketing e lead generation sono composte da attività tradizionali, come azioni sul campo dei venditori e fiere di settore (48% delle PMI), e attività digitali, soprattutto pubblicità online (30% delle PMI). A mancare è spesso la raccolta ed elaborazione dei dati raccolti mediante CRM (Customer Relationship Management), tecnologia adottata o in procinto di essere implementata solo dal 42% delle piccole e medie imprese. Carente anche la digitalizzazione dell’area risorse umane: circa 4 PMI su 10 non adottano soluzioni digitali in questo ambito, in cui gli applicativi più in uso sono rivolti principalmente alla gestione delle presenze, dei turni e degli orari lavorativi.

A livello di integrazione dei processi e delle funzioni aziendali si osserva che il 40% delle imprese ha introdotto o punta a introdurre nel breve periodo un software ERP (Enterprise Resource Planning), anche se rimane ancora elevato il numero di imprese che non conoscono questa tecnologia o non sono interessate a introdurla.

A livello di processi direzionali, l’imprenditore e il vertice strategico sono i principali promotori della digitalizzazione. Le scelte di business però nel 25% delle PMI non sono guidate da una valutazione di performance attraverso dati raccolti in azienda. L’uso dei dati per analizzare le prestazioni si focalizza maggiormente su una analisi interna – il 39% misura andamento aziendale – piuttosto che sull’analisi esterna.

Sul fronte delle tecnologie trasversali c’è attenzione verso la cybersecurity, pur emergendo chiaramente il divario tra imprese che adottano solo soluzioni di base (96%) o anche soluzioni avanzate (28%).

Rispetto alla collaborazione con attori esterni, una PMI su 4 collabora con hub territoriali di innovazione, segno che, da una parte, tali strutture si dimostrano efficaci nel supportare la trasformazione digitale mentre, dall’altra, hanno ancora possibilità di espansione nell’efficacia e nella portata della loro attività.

Le linee prioritarie per il supporto alla digitalizzazione delle PMI italiane

Dall’analisi sulle iniziative realizzate nel nostro Paese a favore della digitalizzazione delle imprese emerge un’assenza di focalizzazione esclusiva verso le PMI, soprattutto a livello nazionale. Solo 2 progetti su 10 sono esclusivamente indirizzati alle PMI e di questi 2 iniziative su 3, sempre a livello nazionale, sono rivolte indiscriminatamente a tutte le imprese, senza considerarne il settore o la filiera come fattore discriminante. A livello regionale, invece, le misure dedicate in maniera mirata alle PMI e/o a specifici settori o distretti risultano più frequenti.

Per quanto riguarda la ricerca di risorse finanziarie, in generale le PMI italiane faticano a intercettare tempestivamente i bandi ai quali potrebbero aderire, e qualora siano in grado di accedervi, hanno difficoltà a impostare una programmazione di medio-lungo termine a causa dell’incognita sulla disponibilità di quello stesso incentivo anche in futuro. Quest’ultima criticità enfatizza un problema frequente nella trasformazione digitale delle piccole e medie imprese italiane: l’assenza di una strategia digitale, a favore di un approccio estemporaneo dettato dalle contingenze esterne e dalla disponibilità di fondi.

“Il passaggio da un approccio di breve termine a uno di medio-lungo termine passa dallo sviluppo di una consapevolezza sui benefici del digitale, e per compiere questo passo è necessaria una trasformazione culturale dell’impresa che comprenda lo svolgimento di attività formative anche da parte degli imprenditori, per accrescere la loro capacità di elaborare strategie di medio-lungo termine in cui il digitale riveste un ruolo preminente, e l’inserimento in organico di figure con esperienze e competenze in questo ambito digitale” aggiunge Federico Iannella, Ricercatore Senior Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI. È proprio in quest’area che si auspicano sempre più iniziative e agevolazioni a favore delle PMI, sia da parte del legislatore che dagli enti di trasferimento tecnologico attivi sui territori e delle organizzazioni di rappresentanza, per fornire ai capi-filiera gli strumenti necessari per guidare e migliorare la digitalizzazione del settore di riferimento attraverso la promozione di buone pratiche e progetti condivisi”.

*L'edizione 2022-2023 dell'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI è stata realizzata in collaborazione con: Brother, GMDE, Innovation4HR, Microsoft, Sella, Sistemi, TeamQuality, Vodafone Business; Banco BPM, GRCTeam, IATT – Italian Association for Trenchless Technology, SIATEC, UNAPPA Servizi, Visa, Zucchetti.

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La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e consulenza nel campo dell’economia, del management e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La School of Management possiede la “Triple crown”, i tre accreditamenti più prestigiosi per le Business School a livello mondiale: EQUIS, ricevuto nel 2007, AMBA (Association of MBAs) nel 2013, e AACSB (Advance Collegiate Schools of Business, ottenuto nel 2021). Nel 2017 è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS (EFMD Online Course Certification System).  Inserita nella classifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa dal 2009, oggi è in classifica con Executive MBA, Full-Time MBA, Master of Science in Management Engineering, Customised Executive programmes for business e Open Executive programmes for managers and professionals. Nel 2021 l’International Flex EMBA si posiziona tra i 10 migliori master al mondo nel Financial Times Online MBA Ranking. La Scuola è presente anche nei QS World University Rankings e nel Bloomberg Businessweek Ranking. La Scuola è membro di PRME (Principles for Responsible Management Education), Cladea (Latin American Council of Management Schools) e di QTEM (Quantitative Techniques for Economics & Management Masters Network).Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e MIP Graduate School of Business che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master Le attività della School of Management legate all’Innovazione Digitale si articolano in Osservatori Digital Innovation, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento di Ingegneria Gestionale, e Formazione executive e programmi Master, erogati dal MIP.

Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Oggi sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo. La Vision che guida gli Osservatori e` che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La mission e` produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di Innovazione Digitale in Italia.

Le attività sono svolte da un team di quasi 100 tra professori, ricercatori e analisti impegnati su circa 50 differenti Osservatori che affrontano i temi chiave dell'Innovazione Digitale nelle Imprese (anche PMI) e nella Pubblica Amministrazione: 5G & Beyond, Agenda Digitale, Artificial Intelligence, Big Data & Business Analytics, Blockchain & Web3, Business Travel, Cloud Transformation, Cloud nella PA, Connected Car & Mobility, Contract Logistics “Gino Marchet”, Customer Experience B2b, Cybersecurity & Data Protection, Data Center, Design Thinking for Business, Digital B2b, Digital Content, Digital Identity, Digital Transformation Academy, Droni e Mobilità Aerea Avanzata, eCommerce B2c, EdTech, eGovernment, Export Digitale, Extended Reality & Metaverse, Fintech & Insurtech, Food Sustainability, HR Innovation Practice, Innovative Payments, Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nelle PMI, Intelligent Robotic Process Automation, International Observatory on Electronic Invoicing, Internet Media, Internet of Things, Life Science Innovation, Multicanalità, Omnichannel Customer Experience, Platform Thinking Hub, Professionisti e Innovazione Digitale, Quantum Computing & Collaboration, Sanità Digitale, Smart AgriFood, Smart City, Smart Working, Smart Working nella PA, Space Economy, Startup Hi-tech, Startup Intelligence, Supply Chain Finance, Tech Company - Innovazione del Canale ICT, Transizione Industria 4.0, Travel Innovation.

Uploaded on 15/06/2023